Agli affezionati lettori di Alan D. Altieri che ancora non avessero letto Magdeburg - L'eretico, primo corposo capitolo di una trilogia ambientata nella guerra dei trent’anni, innanzi tutto una rassicurazione: l’Eretico è molte cose, ma è anche sicuramente un action thriller nel quale l’ambientazione storica nulla toglie né al ritmo serrato  né all’efficacia della narrazione.

In copertina, un particolare del Trittico del Fieno di Hieronimus Bosch: forse da qui si può partire per tracciare un’analisi di questo ottimo romanzo.

Visto da lontano, è un grande affresco d’epoca, di grande respiro, le cui varianti cromatiche al rosso e all’antracite ben rappresentano il senso di una guerra eterna subita da una popolazione allo sbando. E’ la Germania dell’anno domini 1630, potrebbe avere in tempi moderni il nome di Srebrenitza, Falluja, Cecenia: il senso dell’orrore, della morte, della devastazione senza speranza è lo stesso, nel quale un’umanità smarrita cerca di mantenere briciole di senso della ragione e del sentimento. Difficile, quasi impossibile.

Se ci si avvicina all’affresco, si colgono i molteplici aspetti di questo che è sicuramente un progetto editoriale molto articolato, ambizioso, complesso.

In primo luogo, una trama efficace lega i destini del Principe von Dekken, potente e feroce signore della guerra impegnato nella ricerca di un potere assoluto, a quelli di Wulfgar, silenzioso angelo vendicatore comparso dal nulla.

Questo è il primo di tre romanzi, pertanto necessariamente il finale è aperto, ma non per questo il romanzo  non ha di per sé senso e coerenza.

In secondo luogo i – molti - personaggi sono delineati, hanno carattere, spessore, hanno un loro colore: così si coglie la delicatezza di Mikla, il coraggio e la forza di Madre Erika, la disillusione e la necessità di etica di Caleb Stark e via dicendo, senza dimenticare i personaggi non umani – i corvi e l’Inquisitore dei Topi – la cui presenza è un filo rosso fondamentale che percorre tutto il romanzo. Accenno a parte è doveroso per Wulfgar, l’eretico: è una sorta di guerriero zen, silenzioso, in empatia con i cinque elementi essenziali (terra, acqua, fuoco, aria, vuoto), con dentro un profondo senso di morte cosmica. E’ un personaggio di grande forza e, nonostante le numerose morti che si porta dietro, è anche un personaggio profondamente pulito, etico. La conoscenza di alcuni elementi teorici della via della spada e della filosofia legata alla arti marziali può essere un elemento in più per apprezzare il nucleo fondamentale di questo personaggio.

A tenere insieme la complessità di questo grande affresco storico – grande  cura è stata impiegata nella ricostruzione dell’ambientazione – è una scrittura quanto mai asciutta, essenziale senza mai essere scabra. Cosa necessaria per garantire la compattezza di un lavoro di queste proporzioni. Il testo è ricco di parole chiave, reiterazioni, rimandi: ma questo non appesantisce, è una corrente sotterranea che si intuisce, un sottotesto che ci porta là dove l’autore, presumibilmente, voleva portarci.

L’eretico si legge velocemente, anche troppo.

Non ci resta che aspettare il seguito.