Volendo utilizzare un paragone coerente con il titolo e il contenuto del nuovo romanzo di David Madsen, si può tranquillamente affermare che questo Confessioni di un cuoco eretico non ha nulla della rassicurante ovvietà della cucina tradizionale alla Pellegrino Artusi né cade nella furbesca coreografia della nouvelle cuisine. È piuttosto come la cucina francese: solido, raffinato, capace di stupire per complessità e leggerezza.

Le vicende narrate in prima persona da Orlando Crispe, maestro dell’arte culinaria, raccontano la sua straordinaria passione per la carne: ingiustamente accusato dell’omicidio di un noto critico culinario, racconta dal carcere di Regina Coeli la sua vocazione per la grande cucina e in particolare per la trasformazione della carne in un crescendo di sperimentazione fino all’abbattimento del tabù per eccellenza, quello della carne umana. Fanno da contro canto le relazioni del dott. Balletti, lo psichiatra che in un crescendo di disgusto ha in osservazione Orlando.

Attorno alla figura di Orlando Crispe ruotano una serie di personaggi singolari e tavolta inquietanti: su tutti troneggia la Regina di Highate – la madre amatissima di Orlando – il Maestro Egbert, gli inquietanti gemelli Jeanne e Jacques e via dicendo, attori che compaiono nella storia con il ritmo e il tempismo di vaudeville nerissimo e irriverente.

Forse questa non è una lettura consigliabile a chi, in un noir, cerca la costruzione di una vicenda investigativa, né agli amanti del racconto d’azione più tradizionale: Confessioni di un cuoco eretico è un romanzo eccellente per gli amanti delle letture eleganti, colte, ricche di riferimenti letterari, filosofici, psicanalitici. La maestria di Madsen risiede nel saper costruire un meccanismo narrativo perfettamente riuscito, dove tutti questi riferimenti fanno parte di un gioco ironico – e autoironico – che lo scrittore mette in atto con il lettore.

Il romanzo ha come tema centrale la carne: è una carne amata, trasmutata, manipolata, trasformata con ossessione alchemica. Orlando nella carne cerca la perfezione sublime della trasformazione – e in questo si sente genio al pari di Michelangelo che lavora il marmo, o Hendel e il suo pianoforte nella creazione dei lieder – e in questo c’è la ricerca dell’estasi, della conoscenza, della gioia. Ma nello stesso la materia prima gioca un ruolo fondamentale come piacere carnale (appunto), diventa gioco erotico, estasi fisica. L’eresia di Orlando Crispe risiede appunto in questo uso estremo della carne di qualunque provenienza essa sia, dell’uso estremo del corpo, nella sua filosofia blasfema del fagocitazionismo.

Ma esistono anche piani ulteriori di lettura: Orlando è afflitto da un colossale complesso di Edipo, le citazioni e i riferimenti filosofici sottolineano la contraddizione della condizione umana. Come a dire: la psicanalisi ha sezionato l’animo umano, la filosofia ha speculato sui massimi sistemi ma né l’una né l’altra sono state in grado di dare delle risposte. Alla luce della razionalità i personaggi – il protagonista e i suoi comprimari – sono amorali, ossessivi, erotomani: eppure la scelta dello humour nero come stile narrativo rende questo romanzo deliziosamente paradossale, provocatorio, eretico, trasgressivo.

Né peraltro Madsen prende troppo sul serio le speculazioni intellettuali di certi chef che – purtroppo – si elevano al rango opinionisti (categoria tra l’altro imperversante in molti palinsesti televisivi, in un fiorire di umorismo involontario).

Tra il diario del genio folle di Orlando e le razionali e inquiete relazioni dello psichiatra Balletti – funzionario di un’idea di ordine clinico costituito, di normalità certificata – non si può provare che fascinazione e sorridente complicità con il primo.

Per il lettore che sappia apprezzare la complessità di questi piani di lettura, Confessioni di un cuoco eretico si fa leggere con voracità: ritmo, passione, originalità sono gli elementi di un successo che in Inghilterra ha fatto di Madsen un vero autore cult, la cui leggenda si alimenta tra l’altro del geloso anonimato (Madsen è con ogni probabilità uno pseudonimo) del quale l’autore si circonda. Dopo l’uscita di questo romanzo si è ipotizzato che l’autore sia un noto psicanalista e filosofo: peraltro, all’uscita del primo romanzo Memorie di un nano gnostico si era parlato di lui come di un alto prelato della chiesa anglicana.

Entrambe i romanzi sono pubblicati da Meridiano Zero, piccola casa editrice che si conferma quale consolidato punto di riferimento per lettori esigenti alla ricerca di voci narrative originali.