Lo scrittore e blogger Alessandro Girola ci invita a compiere un giro del mondo in piena pandemia: attraverso interviste ai personaggi più disparati si crea un quadro dell’immediato futuro davvero sconfortante, anche se la scintilla della speranza non è spenta.

Così come David Wellington con il suo Zombie Island, o Manel Loureiro con il suo Apocalisse Z, Scene selezionate della Pandemia Gialla viene concepito all’interno dell’universo dei blog, realtà che sta sempre più acquisendo valenza letteraria piuttosto che sociale. Dall’interazione fra più blogger possono nascere trame e soggetti di romanzi in continua evoluzione ed espansione: sta alla sensibilità dello scrittore cogliere il momento in cui una storia è matura per acquisire la forma di un libro.

Girola è partito da atmosfere e tematiche sviluppate dalle attività letterarie del Survival Blog per dar vita ad un romanzo composto di interviste e storie personali, che danno al lettore la possibilità di farsi un’idea generale del comportamento diverso di uomini e nazioni, ma soprattutto è una riflessione sul comportamento umano in situazioni di forte criticità.

Malgrado i Gialli - cioè gli infettati dal terribile prione Lee-Chang - assomiglino molto agli morti-viventi cinematografici dell’immaginario collettivo, in realtà la storia è più appartenente al genere epidemico che a quello zombie, e la citazione della Peste Nera del 1348 fa capire come l’autore sia attento agli effetti su lungo periodo di una pandemia sul tessuto sociale, più che soffermarsi su episodi isolati. La citata piaga che devastò l’Europa medievale cambiò completamente il mondo dell’epoca e gettò le basi di quella che oggi chiamiamo modernità: non fu la lungimiranza umana, bensì la reazione ad una forza mortale e spietata. La Pandemia Gialla si propone come Peste Nera del Duemila: gli equilibri mondiali saranno costretti a cambiare radicalmente, così come dovrà cambiare la mentalità delle persone... e niente sarà più come prima.

Il tema della responsabilità è molto forte, nella storia: il prione è nato come esperimento militare nella Corea del Nord, ma poi è grazie a bieche politiche economiche - unite al totale disinteresse per la salute pubblica dei Governi - che gli è permesso fare il giro del mondo in brevissimo tempo. Ogni Stato reagisce in modo diverso alla pandemia, ma raramente in modo efficace: panico, xenofobia, rivolta, violenza e sangue in ogni forma. Tanti gli aspetti della reazione alla malattia, ma in pochi casi si ricorre a soluzioni drastiche sebbene efficaci.

Nelle migliori storie di pandemia si affronta spesso l’aspetto religioso, così qui si parla della reazione più antica e automatica dell’uomo: un’intelligenza superiore. Fra le nuove religioni - più che altro nate per derubare gli ultimi creduloni ancora rimasti - troviamo “Autoreligione e protezione”: non sarebbe diversa dalle molte religioni “giovani” se non istigasse alla violenza e quindi creasse più dolore e morte di quanto non ce ne fosse già.

Albert Camus, nel suo capolavoro La peste, osava affermare l’inaffermabile: «La sola maniera di mettere insieme le persone è di mandargli la peste». Anche Girola raccoglie il messaggio, trattando l’argomento in modo chiaramente sofferto. Non è infatti facile accettare che una pandemia sia un modo per ricominciare daccapo, un modo per azzerare il disastro compiuto dall’umano delirio ed avere una seconda possibilità. «Se sopravviveremo - racconta un personaggio, - forse tutto ciò ci servirà come immensa, memorabile lezione». I profughi cercano riparo in paesi “civili”, senza rendersi conto che questa parola non ha più senso: è proprio dove la “civiltà” ha meno radici che sarà possibile ricreare un posto dove vivere. Una vita più primitiva, secondo standard moderni, ma comunque una vita.

Nessuno si augura di trovarsi in quelle condizioni, ci mancherebbe, ma un romanzo che tratti tematiche pandemiche non può esimersi dall’affrontare l’argomento.

 

L’eBook è disponibile in Simplicissimus: http://ultimabooks.simplicissimus.it/scene-selezionate-della-pandemia-gialla