Ottantasettesima avventura del Principe delle Spie Malko Linge, in questa nuova ristampa di “Segretissimo SAS” (Mondadori), questo maggio in edicola: L'ostaggio di Teheran (L’otage d’Oman, 1987) del compianto Gérard de Villiers.

La trama

Prigioniero in un sotterraneo di Beirut, William Schackley rimpiange amaramente di essere nato. Infliggendogli torture di una crudeltà disumana i suoi aguzzini vogliono che confessi di essere il capo della CIA in Libano, ma lui non intende piegarsi. Difficilmente ne uscirà vivo, a meno che i colleghi dell’Agenzia non trovino il modo di salvarlo. L’unica soluzione praticabile è ricorrere a un intermediario in contatto con il gruppo sciita filoiraniano dei sequestratori. I termini dell’accordo sono un pugno nello stomaco per i funzionari di Langley: l’ostaggio sarà liberato a fronte di una fornitura di missili anticarro. E lo scambio dovrà avvenire nel sultanato di Oman, zona neutra per le parti in causa. Atterrato a Mascate, capitale di questa monarchia assoluta dove le auto di lusso hanno sostituito i cammelli e i quartieri residenziali hanno spazzato via i villaggi, Malko Linge non è per niente tranquillo. L’uomo che regge i fili della trattativa è immischiato con i servizi segreti di troppi paesi per poter giocare davvero pulito. Per fortuna a spalleggiare il Principe delle Spie ci sono due fedelissimi cani da guardia. Di quelli che prima sparano e poi parlano.

L’incipit

William Schackley fissava le pale immobili del grande ventilatore sospeso sopra la sua testa come una minaccia… incongruo oggetto di lusso in quella stanza di otto metri quadri nella quale marciva esattamente da sessantotto giorni: un ufficio in disuso che dava sul parcheggio sotterraneo di un moderno edificio ormai senza inquilini, alla periferia sud di Beirut. L’americano ripensò per l’ennesima volta ai pochi secondi che avevano cambiato la sua vita. Erano le sette e mezzo del mattino e lui, come al solito, si stava recando in ufficio. Due automobili, una Mercedes color granata e una Renault 12 bianca, senza targhe, erano sbucate dalla via Hamra, bloccando la sua Dodge. Poi gli spari, i vetri volati in frantumi, il suo autista accasciato sul volante, insanguinato, i ragazzini ancora quasi imberbi in tenuta mimetica, armati di Kalashnikov, che lo strappavano dalla macchina. Il più agitato continuava a urlare: — Andiamo, andiamo, se no ti ammazzo!

William Schackley aveva sentito male dietro l’orecchio per qualche settimana, nel punto in cui lo avevano colpito col calcio di un’arma.

L’ultima cosa che aveva notato prima di perdere conoscenza erano stati i passanti che scappavano o voltavano la testa dall’altra parte. Era tornato in sé sdraiato sul pavimento tra i sedili anteriori e quelli posteriori della Mercedes. Tre uomini erano seduti con i piedi sulla sua schiena. La macchina correva nel traffico pazzesco di Beirut ovest, preceduta dalla Renault bianca che si faceva largo a furia di raffiche sparate in aria. Durante il tragitto gli avevano bendato gli occhi e gli avevano ammanettato le mani dietro la schiena.

L'autore:

Nato a Parigi nel 1929 da una famiglia di militari con ascendenze aristocratiche, Gérard de Villiers inizia la carriera come giornalista, dopo essersi laureato in Scienze politiche. Nel 1965 scrive il primo romanzo con protagonista SAS, Sua Altezza Serenissima Malko Linge: SAS a Istanbul. Seguiranno 200 avventure di SAS, e De Villiers introdurrà nella spy story elementi di sesso e di violenza prima sconosciuti. L’autore è scomparso nel 2013.

Info:

L'ostaggio di Teheran di Gérard de Villiers (Segretissimo SAS n. 87), 192 pagine, euro 5,90 – Traduzione di Mario Morelli