Rosario Palazzolo un autore a t (che sarebbe un autore di talento).

Concetto al buio un romanzo a gc (che sta per grande conferma).

Con L'Ammazzatore l'autore ha esordito, infatti, nel 2007, nella collana Babele Suite, per i tipi di Perdisa Pop, lasciando il segno con un volume forte e originale.

Chi ha amato quest'opera prima non poteva non essere curioso e impaziente di leggere il nuovo romanzo di Palazzolo, restandone piacevolmente stupito: l'autore non solo si conferma, ma addirittura si supera.

Difficile definire Concetto al buio, proprio perchè in poche pagine racchiude un mondo, duro e inquietante, grottesco e nero, che porta il peso di una verità nascosta, di tanti anni di segreti e bugie. Un mondo troppo chiuso su se stesso per poter venire alla luce, dove i bambini fanno parte di un gioco tutt'altro che gioioso, dove i genitori vedono quello che vogliono vedere e i preti si occupano della cura non solo delle anime. Dove a un diario a gesù viene lasciato il compito di raccontare una storia vera, mai realmente ascoltata e dove le tragedie si trascinano negli anni e si rincorrono una dopo l'altra.

Una scrittura fulminante, che arriva dritta al punto e diviene parte integrante della vicenda, dando spessore e rotondità ai personaggi. Uno stile secco, rapido, dinamico, che lascia senza fiato e che precipita il lettore nella stanza buia in cui è racchiuso il protagonista. Una vicenda senza scampo, che fa male nella sua surreale verosimiglianza; che stupisce pagina dopo pagina quando ogni tassello si compone al suo posto; che commuove, coinvolge, stravolge e infine placa.

Perchè una storia sull'impossibilità della verità, a conti fatti, mette ciascuno davanti all'impotenza e alla rassegnazione.

Cosa lascia questo romanzo?

Irrequietezza, appagamento, stimolo alla riflessione, turbamento...

...una sensazione a forma di g (che significa gratitudine).