Killshot è puro Elmore Leonard: dialoghi spaventosamente cristallini, personaggi di carne, ossa e neuroni e uno sfondo dipinto con mano esperta e realista, l'America "presa" dalle bocche che parlano la sua lingua dai mille accenti. Forse non è il suo capolavoro, ma è quanto ci si aspetta dal vecchio Dutch

Al centro della storia due coppie: una ben assortita, Carmen e Wayne Colson, marito e moglie, anni di matrimonio alle spalle, un figlio nei Marines e una vita costruita su solide basi d'acciaio ("I carpentieri tirano su l'America", recita la scritta su una giacca da lavoro di Wayne); l'altra così mal assortita che peggio non si può, due criminali che sono agli antipodi: Armand "Blackbird" Degas, il killer esperto, e Richie Nix, il criminale "tamarro" e psicopatico. Incrociateli sulle vie del destino e sulle autostrade che dal Canada si immergono negli States della provincia più profonda e otterrete uno dei più classici giochi di specchi e incastri a cui Leonard ha abituato i suoi lettori. 

C'è un solo calo di tensione, a metà romanzo, una piccola pecca forse dovuta allo zelo da iperrealista con il quale il maestro americano tesse le tele delle sue storie. Di sicuro, niente che inficia il risultato finale e la fruizione complessiva dell'opera. Niente, insomma, che rischi di annoiare a morte il lettore. 

Il bello è che in ogni libro di Leonard si scopre qualcosa di nuovo, questo esperto prestigiatore della parola scritta non smette mai di stupire. In Killshot riesce a gestire magistralmente quattro personaggi forti - ciascuno dei quali meriterebbe un romanzo tutto suo - senza mai sbagliarne il "dosaggio" nel dipanarsi della trama. Di più, riesce a farne emergere uno solo, con un effetto che vale più dei colpi di scena finali. 

La vera protagonista di Killshot, la regina della storia, è infatti Carmen Colson: una tipica Leonard girl. Una donna così tridimensionale da poter reggere il confronto - lei, casalinga e madre - con un esercito di dark ladies, femmes fatales e squinzie svampite, protagoniste di una marea di romanzi e film noir dagli albori fino a oggi. 

Una menzione di merito, infine, va a Luca Conti, che ha ri-tradotto per lo "Struzzo" il romanzo. Rendere le sfumature, gli odori e i colori dei romanzi di Elmore Leonard non deve essere cosa da poco.