Recensire Elmore Leonard è troppo facile.

Non che il nostro sia un autore "easy", anzi. E' "popolare", diretto, scarno, senza fronzoli, ma mai banale.

Ecco, Leonard è un autore che, per essere presentato, non ha certamente bisogno dello strillo di Quentin Tarantino (che pure ha portato sullo schermo il suo Jackie Brown), che lo battezza come "il primo autore di romanzi che mi abbia davvero parlato".

E il resto del mondo - E chi se ne frega?

Ma veniamo alla storia e sopratutto ai personaggi, perché prima di tutto il nostro è un narratore e un gran ritrattista.

Questa volta abbiamo Chris Mankowki, sbirro reduce da Vietnam, esperto di esplosivi, per niente figo e, contro ogni stereotipo rambista, assolutamente non nevrotico, solo incapace di trattenere attorno a sé le donne. Ah, le donne: Robin, scrittrice di romanzi rosa dal passato freak e Greta, aspirante attrice. Poi c'è Skip, vecchio amico di Robin, stuntman e bombarolo part time e per finire i due fratelli Ricks, very rich, e Donnell ex Pantera Nera convertitosi a Venerdì fedele e devoto. Inutile dire che tra bombe e droghe, il pasticcio è combinato a puntino.

Freaky Deaky, come sempre nei romanzi di Leonard, dietro a una trama avvincente e veloce, ci regala uno spaccato di America fuori dalla sociologia comune (ovvero quello che ogni buon romanzo dovrebbe fare, raccontare, descrivere, senza avere pretese didascaliche): gli States del dopo Woodstock.

Cosa è rimasto di quegli anni '60?

Li ricordate? Bé, anche se formalmente siamo una stella fantasma su un'altra bandiera, quel decennio lo abbiamo vissuto anche noi.