A Paolo Roversi piace la geometria. In particolare, le curve lo intrigano.

Perché con il nuovo romanzo Taccuino di una sbronza ha rivelato un “talento geometrico-differenziale”. Il libro, infatti, è una galoppata geodetica fra il 1994 e i giorni nostri, spostandosi dal binario di una tranquilla esistenza borghese (lavoro-matrimonio-famiglia) a un’esperienza borderline-borderfire-borderwine. Insomma, il passo più breve fra il mortale Carlo Boschi e l’”immortale” Charles Bukowski. Fra la normalità e la follia.

Sempre in tema di curve, Taccuino di una sbronza è anche una parabola sull’amicizia. L’amicizia fra due uomini, Carlo e Romeo, che si conoscono da sempre e poi si scoprono “diversi”. Perché, in seguito a una sbronza colossale, a Dublino, Carlo scivola in coma etilico e, al risveglio, crede di essere Charles Bukowski. In tutto e per tutto, fuori da ogni schema: drogato di scrittura e assetato di alcool. E questo manda all’aria l’imminente matrimonio con Sara e scaraventa la sua esistenza in una direzione inattesa. Ma, nonostante le burrasche, il rapporto fra Carlo e Romeo sopravvive e si “resetta” al di là delle convenzioni mentali del vivere strutturato.

Un romanzo sull’amicizia, quindi: il resto è un’iperbole della situazione politica dal 1994 ai giorni nostri. Una galoppata a briglie sciolte attraverso la Milano da bere, poi dimora di Tangentopoli, con il sottofondo musicale dei balletti dei governi di Destra e di Sinistra e i fatti del G8 di Genova.

Un libro che incanta, coinvolge, travolge. E spinge a riflettere. Pungente anche quando fa sorridere, perché scritto con levità e ironia. Una storia che si “beve”, tutta d’un fiato, come un sorso di birra tira l’altro: perché il ritmo narrativo non lascia tregua e serba nuove sorprese (come il finale… esponenziale!). Perché ogni personaggio cerca una ragione del proprio essere negli altri: Carlo, alias Charles Bukowski, non si capacita più della sua identità; Romeo non trova più l’amico di sempre ma uno scalmanato, sedicente scrittore (appena defunto, nella realtà!); Sara ha “perso” il quasi marito, funzionario di banca; Linda ha “acquistato” un fidanzato “alcolico”, con la smania di scrivere. E questa ricerca, per ciascuno, significa desiderio di libertà.

In conclusione: non solo le parole (ma anche le curve!) fanno di Paolo Roversi uno scrittore di qualità.

Paolo Roversi (1975) è scrittore, giornalista ed esperto di ICT. Ha pubblicato tre romanzi gialli, con protagonista il giornalista hacker Radeschi. E' uno studioso dell'opera di Bukowski, al quale ha dedicato la prima biografia italiana, scritta con l'aiuto di Fernanda Pivano (Scrivo racconti e poi ci metto il sesso per vendere). Dirige la free press letteraria MilanoNera  (www.milanonera.com), ora distribuita anche in versione cartacea bimensile, presso le librerie Feltrinelli. E' fondatore e direttore della rassegna NebbiaGialla Suzzara Noir Festival.

Le due più grandi invenzioni dell’uomo sono il letto e la bomba atomica: il primo ti tiene lontano dalle noie, la seconda le elimina.. Charles Bukowski

(recensione di Marinella Lombardi)

Il libro più veloce del West…

Veloce davvero. Voglio dire a leggersi questo Taccuino di una sbronza di Paolo Roversi, Kowalski 2008. In tre balletti l’ho divorato prima d’anda’ a fammi i ‘apelli da’ i’ barbiere a Siena che quarche macchina m’ha strombazzato pure gli venisse un accidente. Anche se la ‘opertina, la prima vorta che l’ho vista alla Fertrinelli, e umm’ha fatto una grande impressione con qui verdolino-celestino ino ino e meno male che c’è una bella gnocca sulla destra a ringalluzzacci.

Il titolo è tutto un programma. Anzi il programma. Si beve dalla prima all’ultima pagina. O meglio beve Carlo, l’amico di Romeo che racconta la storia. Più precisamente Carlo Boschi che crede d’esse’ i Bukowski e s’incasina colla su’ fidanzata Sara e i’ matrimonio va a puttana. Ma tanto c’è anche la riserva Linda “comunista, femminista, animalista, vegetariana, salutista. E gnocca” e i’ cambio gli è pure vantaggioso.

Un poteva manca’ Sergio Berloni, ovvero i’ nostro Berlusca che viene pizzi’ato ne’ su’ atteggiamenti e ne’ su’ discorsi a pera da’ i’ Roversi vispo come un galletto ni pollaio che u’ risparmia nemmeno i centri sociali e i fricchettoni della sinistra. Dà un carcinculo a tutti i farsi idoli della televisione e ci fa capi’ come si possa passa’ in un batter d’occhio dalla porvere all’artare e viceversa. Non manca una carrellata degli ultimi avvenimenti più o meno politici con strizzate di palle di qui e di là e morsetti da velociraptor.

E, naturalmente, trattandosi di una storia alla Bukowski, sesso da tutte le parti, in tutte le posizioni, in tutti i buchi (appunto) senza falla tanto lunga.

Capitoletti brevi, prosa arguta, brillante, a volte sul filo dell’autocompiacimento. Ritmo veloce, velocissimo. Uno Spidi Gonzalesse della letteratura. E la recensione s’adegua.

(recensione di Fabio Lotti)