Il lavoro fa sempre notizia, sia quando manca, sia quando c'è.

Se si ha infatti la fortuna di non essere disoccupati, e magari pure "in carriera", si vive un altro genere di incubo: non quello dello stipendio, bensì quello di mille e mille tensioni, professionali e personali, che attanagliano gli uffici e le aziende tutte, riflettendo in maniera perfetta quel che accade nel mondo di fuori.

Le aziende, si sa, sono luoghi in cui si riflettono le tensioni e gli scontri insiti nella società. A dircelo è la cronaca, visto che sono sempre più numerosi i casi di dirigenti presi in ostaggio dai propri dipendenti che sono stati licenziati o che hanno visto chiudere la propria unità produttiva.

Alla luce di tutto ciò, il passo non è poi così azzardato se il primo romanzo dell'ex direttore del personale Marco Lombardi, I nuovi amici, racconta di scontri tra vecchi e nuovi manager, e tra funzioni e funzioni, con il povero direttore del personale - una donna - che un po' sta a guardare e un po' si butta nella mischia. Solo che nell'azienda descritta dall'autore, "Gustosa", si fa sul serio, cioè si uccide... A condurre le indagini è Vittore, un antieroe, un uomo che, nonostante sia bravo e vincente, ha abbracciato la professione dopo essere stato scartato dal mercato del lavoro privato, dopo una laurea e mille stage, sicché quelli di "Gustosa" non gli sono proprio simpatici, anzi li arresterebbe un po' tutti!

Il romanzo è molto "visivo", ai limiti del cinematografico, e vive delle atmosfere fredde, fumose e inquietanti di una grande città del nord. E' uno di quei gialli in cui tutto viene risolto e compreso, a cominciare dai delitti.

I nuovi amici di Marco Lombardi (Iacobelli) - pagine 208 - euro 14.00

 

Marco Lombardi ha 46 anni ed è una specie di dottor Jekyll e mister Hide. Dopo anni di duro lavoro in azienda, anni in cui ha assunto più volte il ruolo di direttore del personale, a un certo punto molla tutto per fare il giornalista in una piccola redazione online. Colpa della critica cinematografica che in poco tempo porta Marco a scrivere e condurre dei programmi radiofonici (su RadioTre e RadioDue) e televisivi (sempre in Rai), a collaborare con vari periodici e quotidiani (tra cui “L’Unità”), a dirigere dei festival cinematografici, a selezionare le opere prime per la Mostra del Cinema di Venezia e per gli European Film Award, e a tenere dei corsi all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Attualmente scrive su “Il Sole24ore” ed insegna all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, alla Scuola Nazionale di Cinema di Milano e all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Dopo aver pubblicato con Etas (RCS) “Il grande libro del cinema per manager” ed “Il grande libro della letteratura per manager”, le sue ultime frontiere sono quelle della critica enogastronomia (collabora con Gambero rosso, scrivendo sull’omonimo mensile e sulla Guida ai Ristoranti d’Italia) e della produzione cinematografica (ha fondato la Grillo film e scritto una sceneggiatura per una produzione internazionale, “Grains of sand”). “I nuovi amici” è il suo primo romanzo, anche se nel 1991 Marco ha vinto il Premio Cesare Pavese per la raccolta di poesie “Il moto che ci resta” (Genesi). Rimane solo da stabilire una cosa di questo strano soggetto che è nato a Torino, ha vissuto a Milano, ed ora è approdato a Roma: il dottor Hide era quello che lavorava in azienda oppure è quello di adesso?