«Al sicuro? Ora anche solo la parola gli sembrava risibile. Come se si potesse essere al sicuro in questo mondo: un’inutile, pia illusione».

Il mediocre avvocato londinese, il contadino colombiano, l’americano obeso e il giovane terrorista palestinese sono tutti incredibilmente simili di fronte all’imprevedibilità della vita: i protagonisti di queste dodici storie di frontiera sono uomini e donne la cui quotidianità è scossa da eventi inattesi. E se gli scenari sono i più disparati e lontani – dal ritrovamento di una cospicua partita di cocaina, alla rovina della propria coltivazione, alla gelosia che avvilisce un esotico sogno d’amore o ancora alla pietrificante indecisione di un kamikaze per le strade di Tel Aviv – la debolezza e la miseria umane dei personaggi sono le stesse. E identica è la complicità di fronte alle tragedie del mondo, come la raggelante vicenda giudiziaria in cui la “buona” famiglia occidentale del primo racconto sarà fatalmente invischiata in Cina.

Con grande stile e pungente ironia, Matthew Kneale fornisce al lettore uno strumento prezioso: una lente d’ingrandimento che svela società remote solo sulla mappa.

Spietato e divertente, Piccoli crimini nell’età dell’abbondanza è un osservatorio sull’umanità di inizio millennio, un libro che rivela, pagina dopo pagina, come in un attimo possiamo perdere tutto ciò in cui crediamo e a cui siamo disperatamente aggrappati.

Matthew Kneale, Piccoli crimini nell'età dell'abbondanza

traduzione di Stefania Sapuppo

Fazi, 2007

pp. 320

ISBN 978-88-8112-838-9

€ 17,00