Ciack, azione!...

Sinfonia di piombo di Victor Gischler, Revolver 2012.

Ho fatto il percorso inverso. Da giovanottello scatenato ho preferito nelle letture soprattutto l’andamento pacioso del mystery, da vecchietto (anche) il movimento convulso del pulp. Colpa di certi autori come Gischler che ti inchiodano alla pagina.

New York 1965. Anthony Minelli, suo cugino Vincent e l’amico Andrew Foley con il solito lavoretto sporco. Questa volta, però, qualcosa non quadra. Hanno visto troppo. A tentare di dare un taglio netto alla loro vita, in senso concreto, Nikki Enders con papà morto e mamma niente bene. La troviamo “aggrappata al tetto inclinato di una villa in Toscana”, per ricavare cinque milioni di dollari dall’estinzione forzata di Pablo Ramirez. L’allarme scatta all’improvviso ma chi se ne frega che la nostra eroina (tra diavoli faccio il tifo per le donne) è pronta a tutto. Salta di qui, spara di là ed il gioco è fatto. In seguito la beccheremo pure con una sciabola a menar fendenti.

I tre balordi non dovrebbero avere scampo. Solo che questo Andrew non si riesce a trovare. E’ lontano sotto la protezione dello zio Mike dalle palle quadrate. Tra l’altro pure con un certo rimorso per avere abbandonato il fratello ferito durante una sparatoria. Ora si è dato alla campagna, coltiva l’uva e ha un bel granaio. Una vita diversa? Solo illusione.

Arriva un altro sicario alla ricerca dell’ Andrew sopra citato, Enrique Mars con l’ascia (non si sa mai) e intanto Lee Goldberg, ovvero Jack Acciuga (tutto un programma), deve svolgere un altro incarico pericoloso per conto della solita Mente. C’è pure la sorella Meredith, ex (mi pare) Maggiore nei servizi segreti, che cerca di rientrare in gioco, meglio prendere un elicottero con mitragliatrice e sparare di brutto.

Terza sorella in ballo, l’ultima (poi basta altrimenti ecatombona), Elizabeth “Lizzy” Cornwall, vera carogna dark da manicomio (e infatti l’hanno schiaffata proprio lì), che entra spavaldamente in azione.

Epilogo finale da fuori di testa. Appena ti giri uno ti salta addosso e alla festa non manca neppure lo zombie redivivo, dopo essere stato sotterrato e creduto morto.

Struttura ottimamente organizzata con diverse filiere che si intrecciano in maniera precisa, azione veloce, dirompente e pure inaspettata. Pistole e mitragliette che cantano, sciabolate, asciate, corse a perdifiato, calci e cazzottoni da tutte le parti. Citerei pure un ragnone peloso che fa la sua parte. Sesso forte al bisogno nudo e crudo, qualche lieve spunto di sentimento.

Non c’è sosta che tenga a meno che non si parli di Mike, del suo lavoro, dei ricordi che affiorano. O del passato delle sorelle. Un po’ fumettistico, un po’ grottesco, un po’ sofferto, un po’ sgangherato, ed insomma un amalgama di situazioni scritte pure con divertito spirito goliardico.

Letto in poco tempo con la lingua di fuori e un leggero cerchio alla testa. Ora mi butto su un paio di mystery lenti e riposanti. Ma prima mi butto a letto.

Buonanotte!

P.S.

Osservazione finale. Scritto da un’altra penna meno esperta tutto questo assatanato movimento sarebbe potuto diventare perfino noioso.