Michael Davenport è un giornalista free-lance un po’ sconclusionato e inopportuno, ma preda del sacro fuoco della curiosità, della voglia di sapere, di indagare, di conoscere. Durante un tranquillo viaggio nel sud degli Stati Uniti, lui rispettoso cittadino britannico, si ritrova a varcare clandestinamente il confine con il Messico, il tutto per seguire un’ombra che sa di impossibile… una tigre siberiana. Approda così nella cittadina di Ciudad Juarez, tristemente famosa per la guerre fra narcotrafficanti e per la continua e misteriosa scomparsa di giovani donne. Oltre 5000 sono svanite nel nulla… qualche cadavere ritrovato nell’arido deserto, ma spesso neanche quello. Da quel momento in poi la vita di Michael sarà completamente stravolta e trascinata in un turbine di inquietanti realtà: conoscerà el señor Barragan, ricco possidente messicano, narcotrafficante e… vampiro. La trama dell’esistenza diventerà per Michael sempre più sottile, la sua stessa vita diventerà un’improbabile scommessa.

I vampiri di Ciudad Jaurez è il primo volume di un’originale trilogia dedicata ai vampiri. Il romanzo pubblicato in Italia dalla Gargoyle Books, è opera di Clanash Farjeon (pseudonimo dell’attore inglese Alan John Scarfe, già autore di Le memorie di Jack Lo Squartatore – Gargoyle, 2008).

La scrittura di Farjeon è veloce e felice, accattivante e fresca. Le pagine scorrono rapide con una prosa che esalta le mille trovate narrative. Le ambientazioni sono rese efficacemente, i protagonisti sono originali e affascinanti, i dialoghi taglienti ed efficaci. Due elementi spiccano però su tutto il romanzo, in primis l’aver riportato i vampiri ad essere creature crudeli e feroci. Qui non c’è traccia di vampiri affascinanti e gentiluomini, dal cupo fascino e dai modi garbati, qui i vampiri sono esseri crudeli che amano il sangue e cercano la sofferenza umana. Il secondo, e forse più importante, merito della vicenda è quello di aprire un varco, gettare una luce, sulla crudeltà non dei vampiri, ma bensì degli uomini. L’autore con uno stile originale e grottesco parla, senza pudori e senza distogliere lo sguardo, delle stragi di giovani donne che ormai da anni si compiono impunemente in un Messico corrotto e dilaniato dalle guerre per la droga. Il libro diviene allora un vero e proprio schiaffo in faccia al lettore, ancor di più ove si ragioni che se la parte dedicata ai vampiri può essere accolta col sorriso dell’immaginazione, quella relativa alle stragi di donne ha il ghigno della realtà.

E allora fantasia e verità si mischiano e si fondono, divenendo un unico mostro in cui è impossibile riconoscere la crudeltà degli uomini da quella dei vampiri.