Quarta di copertina

Quale legame tra il fumo fetido che emana nella notte di Mosca dal quartier generale di una compagnia petrolifera americana e il feroce assassinio di un ufficiale dell'Esercito che trasporta prove di atroci crimini di guerra? Quale denominatore comune tra la scomparsa di una ragazza innocente e la diabolica offensiva di uno spietato terrorista ceceno?

Alexei Volkovoy, colonnello diventato protagonista del crimine della nuova Russia, è costretto a scendere in campo. Ma questa volta, preso nel tiro incrociato di sinistre trame politiche e oscuri intrighi economici, Volk, il Lupo, dovrà davvero affilare gli artigli.

All'interno, il racconto Il sogno dello squalo di Stefano Di Marino.

Recensione

L'ombra del lupo di Brent Ghelfi è il secondo romanzo della serie dedicata al colonnello Volkovoy (il primo L'artiglio del Lupo pubblicato su Segretissimo n. 1545 nel novembre 2008) e ritorno alla Russia moderna, quella dove la caduta del regime sovietico ha lasciato campo a predatori di ogni genere. Ritroviamo il protagonista, Volk, ancora più cupo e violento, segnato dagli eventi e da un clima generale di grande tensione. Il passato, in particolare la guerra in Cecenia, getta le sue ombre su un presente dove le note dominanti sono date dal rosso sangue e dal verde marcio del denaro. Criminali, boiardi di stato, apparati deviati dei servizi segreti, potenze straniere, tutto sembra cospirare per scagliare Volk in un baratro senza ritorno. La verità e con essa la sopravvivenza sembrano davvero essere irraggiungibili.

Cosa non va.

Qualche passaggio, specialmente nel finale, avrebbe meritato più spazio; si ha l'impressione di voler tirare le somme a scapito della chiarezza nella trama. La narrazione in prima persona, ottima per immergere il lettore nell'azione, rivela qualche limite quando si deve presentare la situazione generale.

Cosa va.

Molto riuscita l'ambientazione, reso bene il quadro geopolitico. Volk è un personaggio a forte rischio di banalizzazione, l'autore riesce a evitare questo rischio insistendo sulla sua complessità senza appesantirlo troppo. Il personaggio di fondo rimane la Russia moderna, dolente e divisa tra passato e futuro, circondata da belve in forma umana.

Un passaggio a parte lo merita la traduzione, avere a disposizione un narratore di prim'ordine come Di Marino permette di superare agevolmente le difficoltà del passaggio della prosa tra inglese e italiano.

Recensione racconto

In appendice a questo volume troviamo un racconto notevole, sospeso tra l'avventura di sapore salgariano e l'action più tradizionale. Ambientato nell'Africa "italiana" del 1933 ci mostra come in poche pagine si possa avere il respiro di un romanzo di buon livello. Speriamo di poter ritrovarne il protagonista in altre avventure.

Voto: ***