Quarta di copertina

Trovato quasi assiderato in un fiume con dei pesi intorno alla vita, Luc Soubeyras evidentemente ha cercato di uccidersi: è un miracolo se adesso giace in coma in un letto d'ospedale.

Solo il collega della squadra Criminale di Parigi Mathieu Durey, il migliore amico di Luc dai tempi della scuola, non crede all'ipotesi del suicidio. Non gli resta che indagare sul passato dell'amico: c'è un'inchiesta segreta condotta da Luc all'insaputa di tutti, l'indagine sulla morte di una donna uccisa secondo un rituale particolarmente efferato. Un rituale presente in altri delitti compiuti in tutta Europa, che porterà Mathieu sulle tracce di una inquietante setta, quella degli Asserviti e dei Senza Luce. I suoi membri sono accumunati da un terribile trauma: tutti si sono risvegliati dal coma, ma prima di tornare alla vita hanno vissuto un'esperienza pre-morte che li ha cambiati per sempre...

Un thriller inquietante e dal ritmo perfetto che ci conduce dai bassifondi parigini agli splendori del Vaticano, fino alla diabolica resa dei conti finale.

Recensione

Jean-Christophe Grangè ci porta in un lungo viaggio, in territori tra il sopranaturale e la medicina estrema, tra ambientazioni gotiche e situazioni proprie del thriller di grande scuola. Riesce a rendere vivi tutti i luoghi, a colorare nel modo giusto i personaggi con una buona attenzione anche per i comprimari. Quasi 700 pagine non pesano, scorrono con leggerezza anche nelle fasi più lente del libro. Il protagonista si ritrova a dover ribaltare tutto quello che credeva di sapere, ad abbandonare le sue certezze di una vita per immergersi oltre ogni limite in una trama che non gli lascia scampo. Durante le indagini niente si rivelerà essere quello che sembra e anche chi lo aiuta non può fare altro che accompagnarlo per un tratto nella sua discesa agli inferi che sembra non poter avere fine.

Cosa non va.

L'ambientazione mistery di stampo cattolico-romano è trita e ritrita e anche la buona inventiva dell'autore non riesce a scuotere più di tanto. La parola definitiva sull'argomento l'ha messa L'esorcista nel 1973 (William Friedkin per il film, William Peter Blatty per il romanzo). Ci sono in alcuni punti dei passaggi quasi onirici, momenti in cui la narrazione si fa confusa. Stridono con la buona fattura del resto del libro. Poco spazio dedicato alla squadra comandata da Luc nella Criminale, poteva dare spunti migliori per le parti ambientate a Parigi. Il personaggio di Manon appare per certi versi incompiuto.

Cosa va.

Ogni luogo è reso bene e alcune parti, per esempio la Parigi notturna della prostituzione, sono rese ad alto livello. Buona la preparazione sotto l'aspetto medico-legale, pur con qualche semplificazione. Le esperienze pre-morte sono rese con maestria e grande atmosfera, così come il coinvolgimento sensoriale del protagonista nelle fasi clou dell'indagine. Interessante la rappresentazione delle strutture vaticane, ben posta la contrapposizione tra Gendarmeria e Criminale in terra francese. Le storie parallele di Luc e Mathieu sono state studiate e messe in opera con grande attenzione per i particolari.

In definitiva Il Giuramento è un romanzo di grande respiro e buon ritmo, una narrazione fluida e decisa che denota un autore di gran polso.

Una nota di merito per il lavoro puntiglioso di Doriana Comerlati in fase di traduzione, peccato non aver mantenuto il titolo originale che rappresentava molto meglio il romanzo.