Avete mai letto Ian Rankin? Be’ se non lo conoscete ancora iniziate da questo romanzo così suggestivamente introdotto dalla foto notturna di una strada di Edimburgo, palcoscenico delle avventure umane e investigative del detective John Rebus. Cinquantenne, sbevazzone, fumatore, un tipo assolutamente indisponente per il superiore e fastidioso per subalterni e sospetti, Rebus è un eroe noir che non ha bisogno di scazzottare per dimostrarlo. Frutto della fantasia di Ian Rankin, è forse uno dei pochissimi veri personaggi della letteratura di genere che neppure il critico più spocchioso si sognerebbe di disprezzare. Rankin unisce una scrittura solida, non pretenziosa ma ricca, avvincente, mai banale a trame perfettamente costruite dalle quali emergono i suoi interessi. La storia di Edimburgo prima di tutto, quella del passato e della più recente cronaca nera, ma anche la musica, il mondo dei giochi di ruolo e di enigmistica, la cultura popolare nei suoi vari aspetti giovani e meno giovani. Insomma un autore che ha qualcosa da raccontare e che lo fa soprattutto attraverso i suoi personaggi, Rebus per primo, ma anche Siobhan Clarke, assistente, amica a volte difficile da sopportare ma che, con il procedere della saga, è diventata importante quanto il protagonista. Sarebbe sbagliato considerare i romanzi di Rankin solo dei thriller “maschili”, si tratta di romanzi veri, destinati a un pubblico vasto, dal palato fine che non s’accontenta di sapere chi è il colpevole ma vuole anche capire perché è stato commesso il delitto. E in Una questione di sangue il mistero non manca. Un ex soldato delle truppe speciali, casualmente un conoscente di Rebus, è entrato in una scuola è ha fatto una strage. Un caso di follia? Molto, troppo semplice. Così come sarebbe troppo facile additare lo stesso Rebus come colpevole della morte del malavitoso che da un po’ tormentava Siobhan solo perché l’uomo è morto bruciato e, guardacaso, la mattina dopo John Rebus si presenta con le mani ustionate. E così comincia una girandola di sospetti, false piste che portano i due detective su strade tortuose a volte dolorosamente vicine al loro vissuto, sino alla soluzione del caso. Una lettura non solo per chi vuole qualcosa di più di un semplice “giallo” ma anche chi i thriller vorrebbe scriverli. Imparare gente e meditare…