La Longanesi a metà aprile ha pubblicato il romanzo L’ombra dei peccatori (Saints of the Shadow Bible, 2013).

L’apprezzato scrittore Ian Rankin, autore della lunga serie dedicata all’ispettore Rebus, dietro le pressanti richieste di migliaia di lettori che si erano affezionati a questo protagonista ha dovuto farlo tornare a lavorare dopo averlo “mandato” in pensione nel romanzo Partitura Finale, così dopo circa cinque anni di riposo il nostro ispettore torna la lavoro e lo abbiamo letto nel precedente romanzo dal titolo Corpi nella nebbia.

Nel romanzo ora in libreria l’ex ispettore e ora agente semplice si occupa di vecchi casi irrisolto come quello di un delitto avvenuto molti anni prima proprio nella stazione di polizia di Summerhall.

Rebus aveva da poco tempo preso servizio e in quegli anni era nata la voce che esisteva una “associazione” di poliziotti che con mezzi non proprio regolari cercavano di ottenere giustizia. Erano i Santi della Bibbia delle Ombre.

Ora, dopo tanti anni si torna a indagare su chi erano e come agissero quegli agenti che, si sospetta, facessero il doppio gioco.

Mentre Rebus si occupa di far luce su quel caso, Siobhan la sua pupilla che ora è stata promossa a ispettrice lo coinvolge in un’altra indagine. C’è stato un incidente d’auto, una studentessa è stata ferita, lei non guidava ma non si trova traccia del guidatore e si sospetta che alla guida ci fosse un ragazzo, figlio del ministro della sanità, per cui questo caso potrebbe avere sviluppi pesanti e coinvolgere alte sfere politiche.

Una indagine su due casi molto diversi per Rebus, il cui carattere scostante e irascibile non si è addolcito con il passare del tempo. Ma chi sono questi “Santi” le cui colpe riemergono dal passato?

Come accade sempre con gli scritti di Ian Rankin anche in questa occasione il lettore non potrà smettere di leggere se non alla fine del romanzo.

 

un brano:

«Dov’è che stiamo andando?»

«Stiamo solo facendo un giro.»

«Sì, ma dove?»

Rebus si girò verso la persona seduta di fianco a lui, in macchina. Si chiamava Peter Meikle. Aveva passato quasi metà della sua vita da adulto in vari penitenziari scozzesi e inglesi, e aveva il colorito pallido e il portamento tipico degli ex detenuti. Nel suo volto bisognoso di una rasatura gli occhi infossati erano due buchi neri e guardinghi. Rebus l’aveva fatto salire davanti a un’agenzia di scommesse in Clerk Street. Dopo qualche semaforo, avevano superato la Commonwealth Pool per dirigersi verso Holyrood Park.

«Non ci si vede da un po’», disse Rebus. «Che cosa combini ultimamente?»

«Nulla di cui lei e i suoi simili vi dovete preoccupare.»

l’autore:

Nato a Cardenden in Scozia nel 1960, Ian Rankin dopo essersi laureato all’Università di Edimburgo ha lavorato come vendemmiatore, porcaro, ispettore del fisco, ricercatore sull’alcolismo, giornalista musicale e musicista punk. Il suo primo romanzo che vede come protagonista l’ispettore John Rebus, Cerchi e croci, è stato pubblicato nel 1987, e i diversi episodi della serie sono stati tradotti in ventidue lingue. Jan e sua moglie hanno abitato per sei anni in Francia durante gli anni Ottanta, e vi tornano tuttora regolarmente. Insignito dell’OBE (Ordine dell’Impero britannico) nel 2002, Rankin è stato scelto come Hawthornden Fellow e ha vinto in passato il prestigioso Chandler-Fulbright Award, oltre a due Dagger in the Library Award della Crime Writers’ Association, per due suoi racconti. Nel 1997 ha ricevuto dalla stessa associazione il Macallan Gold Dagger of Fiction per Morte grezza, selezionato anche per il premio «Edgar» della Mystery Writers of America, destinato al miglior romanzo. Nel settembre del 2005 è stato nominato «scrittore dell’anno» dalla rivista GQ. Abita a Edimburgo con la moglie e i due figli.

la quarta:

John Rebus dovrebbe essere un ispettore di polizia in pensione. Dovrebbe passare i suoi giorni nella sua casa di Edimburgo. Dovrebbe essere un uomo sereno. Invece è tornato in servizio: retrocesso a semplice agente, è relegato a occuparsi dei casi irrisolti. Casi pieni di ombre, che affondano le radici nel passato. Ma il passato non è mai sepolto per sempre. Infatti, pare che stia per essere riaperta una vecchia inchiesta interna, per un delitto avvenuto nella stazione di polizia di Summerhall anni prima. Gli stessi anni in cui ci lavorava un giovane Rebus, gli stessi anni in cui è nata la leggenda dei Santi della Bibbia delle Ombre: una congrega irregolare di poliziotti decisi a perseguire la giustizia con metodi poco ortodossi. Ma chi erano veramente? E cosa tentano di nascondere, dopo tutto questo tempo?

Mentre il passato riemerge, Rebus è coinvolto nel sopralluogo sulla scena di un banale incidente d’auto, di quelli che normalmente si traducono in materiale per scartoffie. Se non fosse per alcuni piccoli dettagli che è proprio lui a notare, e se non fosse che il caso non tarda a rivelare sviluppi inaspettati e clamorosi, che coinvolgono le alte sfere politiche scozzesi proprio alla vigilia del referendum sulla separazione dal Regno Unito. Sul filo del rasoio tra presente e passato, Rebus si vedrà costretto a un viaggio nel territorio ambiguo della memoria, lungo quel sottile confine in cui la lealtà si confonde con la colpa, la vendetta con la giustizia.

L’ombra dei peccatori di Ian Rankin (Saints of the Shadow Bible, 2013)

Traduzione Alberto Pezzotta

Longanesi, collana La Gaja Scienza 1137, pagg. 401, euro 19,90