La lettura di Frozen (Frozen in Time, 2013) edito da Piemme nella collana True Piemme in questi caldissimi giorni di luglio, sembra incredibile ma fa avere al lettore dei veri brividi di paura e di freddo.

Questa storia vera, che si svolge in due diversi momenti temporali, l’ha scritta un autore conosciuto in tutto il mondo: Mitchell Zuckoff.

Questo autore ci narra quanto accadde agli inizi del mese di novembre del 1942 e la narrazione dei fatti è intervallata dal racconto vissuto in prima persona dall’autore nel 2012, quando aiutò un caparbio fotografo che tentò in mille maniere di andare a recuperare un aereo e i corpi di tre eroici soccorritori che si erano schiantati anche loro nelle immense distese di ghiaccio. Per quanti non sono americani, il racconto fa comprendere la mentalità degli abitanti di questa nazione, che vuole ad ogni costo riportare in patria quanti, soldati o civili, sono morti e/o dati per dispersi in tutto il mondo.

Il racconto inizia con la caduta di un aereo cargo statunitense su di un ghiacciaio della Groenlandia: è il 5 novembre del 1942. Nell’aereo vi erano cinque uomini d’equipaggio. Siamo in pieno inverno artico, nevica quasi continuamente con venti che arrivano a soffiare anche a 160 km l’ora. Subito partono i soccorsi e dopo quattro giorni un B-17 (un aereo ben conosciuto con il nome di Fortezza Volante) si perde in una accecante tormenta di neve e vento, una foschia artica che i vari piloti che hanno avuto la sfortuna di incapparci dentro, descrivono che si diventa ciechi ed è “come volare nel latte". Il pilota del B-17 non ha un sistema che segnali l’altitudine e pertanto urta con un'ala il terreno e cade sul ghiaccio spaccandosi in due tronconi. I nove uomini dell’equipaggio, si salvano anche se alcuni sono feriti. Alla ricerca parte anche un aereo della Guardia Costiera americana, è un idrovolante, un Grumman  conosciuto con il nomignolo di Duck (papera). L’equipaggio conosce le insidie di quella immensa distesa di ghiaccio e ha effettuato già una missione di salvataggio, ma questa volta scompare letteralmente e non torna più alla nave da dove era partito.

Per i sopravvissuti inizia una lunga odissea, cercano protezione nella parte di coda, di coprirsi alla meno peggio ma il freddo arriva anche a toccare i meno 40 gradi. I tentativi si susseguono con aerei, motoslitte, slitte tirate da cani, ma tutti i tentativi sono frustati dal maltempo e dai profondi crepacci non visibili che in alcune occasioni inghiottono slitte e passeggeri senza alcuna possibilità di salvezza in quanto molti hanno delle profondità inimmaginabili. Intanto i superstiti sono riforniti, quando il tempo lo permette con aerei che lanciano provviste.

Alla fine, dopo circa cinque mesi si riesce a portare in salvo quanti sono sopravvissuti a questa terrificante esperienza.

L’altra parte della storia si svolge ai nostri tempi, nel 2012 per merito di Lou Sapienza e della sua ferrea volontà di riportare in patria il Grumman e i corpi dei tre uomini dell’equipaggio. Alla ricerca di finanziamenti da parte della Guardia costiera, di finanziatori privati e anche dello stesso autore del presente volume si riesce a trovare la somma minima per acquistare gli equipaggiamenti, i moderni mezzi che la tecnologia moderna mette a disposizione per ricerche sotto terra e sotto i ghiacci e finalmente la spedizione parte.

Dopo molte ricerche sul campo e tante delusioni, proprio all’ultimo istante, quando tutti devono partire per l’arrivo del maltempo in una ultima ricerca viene finalmente individuato con precisione dove si trova l’aereo sepolto sotto varie decine di metri di ghiaccio.

Finalmente gli sforzi di Lou Sapienza erano stati coronati dal successo.

l’autore:

Mitchell Zuckoff insegna giornalismo alla Boston University. Ha scritto per il New Yorker e per il Boston Globe, ed è stato finalista del Premio Pulitzer. Molti dei suoi libri, Frozen, il precedente Shangri-La (Piemme) e l’ultimo 13 Hours in Benghazi, sono bestseller del New York Times, tradotti in molti paesi.

la quarta:

Il 5 novembre 1942, in piena Seconda guerra mondiale, un aereo americano con cinque uomini a bordo è costretto a un atterraggio d’emergenza sui ghiacci della Groenlandia. Ingannevole fin dal nome, che significa Terra verde, la Groenlandia è una spessa coltre bianca che di verde non ha nulla. Inospitale anche perché soggetta alla Danimarca, che ora è nelle mani dei nazisti. Poco tempo dopo anche l’aereo inviato in soccorso, un B-17, soccombe a una tempesta. I nove uomini dell’equipaggio si trovano catapultati nell’inferno artico. Una seconda missione di salvataggio scompare invece letteralmente con i suoi tre uomini, senza lasciare tracce.

Per cinque mesi i quattordici sopravvissuti devono combattere contro il gelo in attesa di nuovi soccorsi. Lottando contro fame e paura, depressione e solitudine, avendo come unico riparo caverne di ghiaccio o il moncone di un aereo, gli uomini aspettano una salvezza che si fa sempre meno certa. Non sanno ancora che la loro vita è in mano a un uomo, un eroe, che rifiuta di abbandonarli e mette a punto un piano folle per trarli in salvo.

Basato su accurate ricerche e sulla spedizione compiuta dallo stesso autore sui luoghi della tragedia, alla ricerca dell’aereo scomparso, Frozen è un mix mozzafiato di avventura, mistero, eroismo e sopravvivenza.

Frozen di Mitchell Zuckoff (Frozen in Time, 2013)

Edizioni Piemme, collana True Piemme, pagg. 344, euro 18,90