Roberto De Nart, giornalista fondatore di Bellunopress, chiude il 2025 con la pubblicazione di due casi giudiziari del secolo scorso: “La signora con due pistole” e “Uxoricidio a Mellame”. Entrambi i libri sono preceduti dalla prefazione della criminologa Silvia Dariz, che traccia il profilo dell’omicida.
La signora con due pistole è la ricostruzione dell’omicidio avvenuto il 7 novembre 1922 all’albergo Polo Nord di Alleghe (Belluno), attraverso il fascicolo processuale del Tribunale di Belluno e gli archivi storici dei giornali. Un rarissimo caso che si differenzia dai sette precedenti trattati dall’autore poiché questa volta è la donna a uccidere il coniuge, posto che nel 94-95% delle volte è l’uomo ad uccidere. La dinamica dell’omicidio è chiara. Nell’albergo c’è ancora “la pistola fumante” che viene ritrovata. C’è lei, Elisa, che rende piena confessione. C’è il cadavere a terra del marito e c’è anche la testimone oculare, la sorella di lei che descrive i fatti. Anche il movente è chiaro, i continui tradimenti reali o presunti di lui. Anche la premeditazione è evidente: Elisa parte da Padova con in tasca due pistole per raggiungere e uccidere il marito che si trovava ad Alleghe.
Nell’altro libro, Uxoricidio a Mellame, siamo nel 1936 a Mellame, una frazione del Comune di Arsié, sempre in provincia di Belluno. Anche qui la dinamica e il movente sono chiari. Si tratta del tipico femminicidio dove l’uomo non accetta il rifiuto della donna. Ma c’è una particolarità che differenzia questo caso del secolo scorso dalla maggioranza dei casi che succedono ahimè anche oggi, dove donne succubi del loro carnefice accettano d’incontrarlo per un ultimo appuntamento chiarificatore che diventa fatale. Nel 1936 Maria è una ragazza di 26 anni che ha il coraggio di sbattere fuori di casa il marito violento, definito dal Tribunale di Belluno “Ozioso, vagabondo e bestiale”. L’uomo le tenderà un agguato in una stradina di montagna trafiggendola con 29 coltellate.
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Otto casi di omicidio accaduti il secolo scorso dal 1922 al 1951:
“La signora con due pistole”. Nel 1922 ad Alleghe (Belluno) Elisa Gabrieli uccide il proprio coniuge Dino De Nicolao esasperata dai tradimenti reali o presunti di lui. Omicidio premeditato.
“Omicidio sulla riva destra del Brenta”. Nel 1926 a Pontevigodarzere (Padova) Margonari Flaminio 43enne, nato a Belluno uccide per strangolamento Pagani Gemma, 48enne di Parma che aveva promesso di sposare. Omicidio premeditato a scopo di rapina.
“Omicidio di Emma Canton”. Nel 1933, nella frazione di Sant’Antonio di Tortal (Borgo Valbelluna – Belluno), succede un orrendo femminicidio. Abele De Barba 22enne uccide barbaramente la sua coetanea ed ex fidanzata Emma Canton, incinta di 2 mesi, abitante nella frazione di Confos. Omicidio premeditato.
“Uxoricidio a Mellame”. Nel 1936 a Mellame di Arsie (Belluno) avviene un altro efferato femminicidio. Giovanni Mores, definito dal Tribunale di Belluno come “ozioso, vagabondo e bestiale” accoltella e uccide la moglie Maria Gasperin di 26 anni dalla quale aveva avuto due figlie. Omicidio premeditato.
“I soldi della contessa”. Marta Kusch, conosciuta come “la Contessa” per la sua relazione con il conte Marco Ottaviano Borgoncelli, trovò una morte brutale il 5 maggio 1945 a Pedavena (Belluno), a guerra ormai conclusa, per mano dei partigiani. Omicidio premeditato a scopo di rapina.
“L’inquietante morte di Lea Luzzato”. Nella gelida notte del 17 dicembre 1946 a Belluno, è la professoressa 23enne Lea Luzzatto a morire. La ragazza viene trovata esanime in casa, riversa in una pozza di sangue con il cranio: Un delitto rimasto irrisolto.
“Il delitto Cimetta”. L’8 maggio 1947, al largo de Ca’ La Bricola n.21 a Venezia, la rete a strascico dei pescatori si incaglia in un baule legato a due macigni che contiene il corpo di Linda Cimetta, 45enne originaria di Vittorio Veneto, titolare del Caffè Vittoria di Belluno. Omicidio premeditato a scopo di rapina, condannati Toma e Sardi.
“Il delitto di Busto Arsizio”. Nel 1951 a Busto Arsizio l’incredibile vicenda di Silvia Da Pont, 21enne cameriera di Cesiomaggiore (Belluno) fatta morire lentamente dall’insospettabile cavalier Carlo Candiani. Che l’ha “tenuta nascosta, come una sorta di bambola vivente tutta per sé per oltre un mese e mezzo alimentandola solo con qualche cucchiaino di vino e latte”, come scriverà Dino Buzzati sul Corriere della Sera.
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Roberto De Nart, giornalista, nel 2009 ha fondato il quotidiano online Bellunopress. E’ direttore responsabile dei periodici Filò (rivista di turismo), Atelier (rivista di architettura, design e arte) e Cortina Magazine (storica rivista di Cortina d’Ampezzo). Collabora con i mensili locali Mensile News, Feltrino News, Valsugana News. Dal 2000 al 2010 ha collaborato con i quotidiani Il Gazzettino e Corriere delle Alpi, ed è stato direttore del tabloid La Pagina.








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