Attratta dal termine  thriller sulla locandina di Frozen River accompagnato a una foto della protagonista armata di rivoltella, la schermitrice scopriva in realtà un bel film su amicizia ed emarginazione.

Avvincente la scena del recupero del neonato scaraventato in mezzo al fiume ghiacciato in una borsa creduta piena di esplosivo e lo stupore contagioso della protagonista all’idea dei rischi corsi dai clandestini per raggiungere un paese dove già gli indigeni se la passano malissimo.  

Frozen River - USA 2008 - 97’

Regia:  Courtney Hunt

Con: Melissa Leo, Misty Upham, Charlie McDermott, Mark Boone Junior, Michael O'Keefe.

Al confine tra lo Stato di New York e il Quebec, la vigilia di Natale, Ray, una donna non più giovane, viene abbandonata coi figli di 15 e 5 anni, dal marito, fuggito col danaro per l’acquisto della loro nuova casa.

Nella disperata ricerca dell’uomo, che ha lasciato l’auto davanti a una delle sale Bingo dove  sperpera abitualmente i  suoi guadagni, Ray conosce  Lila Littlewolf una giovane Mohawk, che vive sulle rive del San Lorenzo.

In inverno, il fiume ghiacciato, diventa una via per far passare clandestini negli Stati Uniti e Ray per sopravvivenza e disperazione finirà con l'affiancare Lyla nei suoi loschi traffici.

Il film ha ottenuto una nomination all'Oscar per l’attrice protagonista e il Premio della Giuria al Sundance.

Altro passaggio al cinema d’essai per un insolito film di sentimenti che comincia con un buffo tentativo di suicidio per annegamento.

“Sono caduto nella baia” minimizza il protagonista a una  preoccupatissima Isabella Rossellini, che si mostra di colpo terribilmente invecchiata rispetto alle patinate reclame del fondo tinta, che l’avevano immortalata per anni sui rotocalchi.

Che dire della bravura dell’ex nemico de Il Gladiatore col labbro leporino che qui veste i fradici panni dell’imbranato aspirante suicida, innamorato dell’altrettanto fuori Gwyneth Paltrow, che trova un inaspettato lieto fine in un improvvisato riciclo di un anello di fidanzamento.

A un certo punto della vita cuore e cervello devono pur cominciare a parlarsi…   

Two lovers – USA 2008 – 100’

Regia: James Gray

Con: Gwyneth Paltrow, Joaquin Phoenix, Vinessa Shaw, Isabella Rossellini, Elias Koteas.

Brighton Beach, Brooklyn. Leonard, un uomo depresso, torna a casa dopo aver tentato il suicidio. I genitori, vorrebbero aiutarlo ma faticano a comprenderlo. Il destino gli fa conoscere in pochi giorni due donne attraenti. Michelle, la bella e misteriosa vicina di casa che cela a sua volta profondi problemi, e Sandra, la figlia dell'acquirente della tintoria di famiglia.

Inizialmente sulla difensiva, Leonard scopre in lei una profondità inattesa.

Ma la relazione finisce per essere ostacolata da Michelle che gli chiede aiuto per risolvere un rapporto negativo che la lega a un uomo sposato. Leonard si trova così stretto tra due fuochi col rischio di riprecipitare nello stato d'animo che l’aveva portato a tentare di togliersi la vita.

Tra tanta gente che rischia di morire  nell’acqua fredda, qualche sorriso lo strappa invece Pupi Avati coi suoi Amici del Bar Margherita. Un cattivo scherzo ai danni di un Fabio de Luigi con tanto di bananone, aspirante cantante Sanremese che gli amici convocano nella città dei fiori con una falsa lettera, e una festa di compleanno per avere tutta per sé la ragazzina amata, voluta dal giovane protagonista, anche a costo di festeggiare col nonno appena morto chiuso nella stanza accanto. E il fantastico Luigi lo Cascio linfomane con la sua contagiosa risata che incalza le donne armato di occhiali ai raggi K. Gli occhiali che imperversavano nelle pubblicità sui giornaletti negli anni 60-70 assieme alle famose scimmie danzanti (animali che si materializzavano versando il contenuto della busta in una bacinella d’acqua), alla crema  che faceva allungare i capelli in modo smisurato in una sola notte, alle miracolose pillole dimagranti che dimezzavano il peso in pochi giorni, e alle  creme per aumentare il seno in modo strabiliante (altro che chirurgo!)  

Gli amici del Bar Margherita - Italia 2009 – 90’

Regia: Pupi Avati.

Con: Diego Abatantuono, Laura Chiatti, Luigi Lo Cascio, Fabio De Luigi, Gianni Cavina, Neri Marcorè, Katia Ricciarelli, Luisa Ranieri, Pierpaolo Zizzi, Gianni Ippoliti, Claudio Botosso, Niki Giustini

Nel 1954 il diciottenne Taddeo sogna di poter diventare un frequentatore del mitico Bar Margherita di Via Saragozza e il suo accanimento è tale da spingerlo a procurarsi una macchina per improvvisarsi autista di  Al, uno dei più carismatici frequentatori del bar, per accompagnarlo nelle sue visite notturne al Night Esedra e alle lasagne della stazione. Al bar conosce personaggi come Bep, che non si toglie mai i guanti da guida perché il padre gli ha promesso una Porsche, Gian, che ha ricevuto una lettera d'invito dal Festival di Sanremo, Manuelo che commercia in auto rubate e spoglia le donne con gli occhiali ai raggi K, e altri tipi particolari come Zanchi, Sarti, Pus e Mentos.

Ma la vera mazzata La schermitrice l’ha presa a sorpresa dall’apparente innocua anteprima di Io e Marley.

La vita dell’indomabile cucciolone compagno di giochi e di danni, che cerca di fuggire dal finestrino dell’auto mentre lo portano a castrare, che sbrana reggiseni in pizzo, divani e muri in cartongesso, che non si lascia ammaestrare nemmeno dall’istruttrice Katleen Turner (ammazza che tracollo! La splendida diva dell’indimenticabile  Brivido Caldo. Irriconoscibile) tanto che quando il suo nome è ricomparso sui titoli di coda del film in molti si sono domandati che ruolo interpretasse, prima di avere la triste conferma leggendolo sul giornale. Naaa! Che tristezza.

Ma passiamo oltre. La schermitrice che ha sempre evitato come la peste bubbonica film sul genere L’incompreso aveva dovuto assistere alla triste morte del povero cane tra atroci tormenti.

Bastardi! Così, senza nemmeno avvertire… a tradimento!

E anche se non ha messo alcuna partecipazione nel resto del film, che diciamocelo non è proprio un granché, sul finale lacrimevole ci è scivolata senza rendersene conto. E quando ha capito dove sarebbe andato a parare era ormai troppo tardi e gli occhi  lacrimavano già per conto loro.

Inutile  sperare che il tutto si risolvesse  almeno rapidamente.

“Vedrai che cambiano inquadratura e lo rimpiazzano subito con un cucciolo nuovo e saltellante!”  No! Dopo l’agonia del cane ecco pure i bambini  piangere sull’adorata carogna e leggere ognuno un pensierino strappacuore da buttare nella buca assieme alle ultime badilate di terra, rigirando il coltello nella  commozione del povero spettatore animalista, quello che solitamente cambia subito canale quando per Striscia la notizia mostrano i servizi sui canili trascurati.

E le signore presenti (e non solo quelle)  singhiozzavano all’unisono. E la schermitrice aveva continuato anche in macchina nel rientrare a casa. Col cacchio che mi ribeccate! La prossima volta m’informo prima.

E una volta a casa si era pappata mezzo uovo al cioccolato per tirarsi su di morale evitando di indugiare sulla sorpresa (un portachiavi con cane). E aveva acceso la tele, giusto in tempo per assistere a un servizio sui poveri cani abbandonati tra le macerie dell’Aquila… Sigh!

E dopo tanto penare se ancora volete fare del male a  qualcuno mandatelo a vedere il Che

Che il CHE  sia con voi!