La premiata ditta Douglas Preston e Lincoln Child (noti probabilmente al pubblico per Relic, da cui è stato tratto anche un film) produce da alcuni anni una buona schiera di thriller, tradotti con efficacia da Andrea Carlo Cappi e pubblicati da Sonzogno. Via via che le storie si sono susseguite, i personaggi dei vari romanzi hanno finito per incrociarsi e per dare vita a quella che gli stessi autori, nel loro sito ufficiale, hanno definito una "pangea", e che lettori più avvezzi ai fumetti potrebbero chiamare invece "continuity" (con l'accento rigorosamente sulla "u", se volete una perfetta pronuncia british). La stanza degli orrori è uno dei primi romanzi in cui questa idea di far incrociare personaggi e vicende viene portata esplicitamente allo scoperto e rappresenta anche uno dei thriller più amati tra quelli prodotti da questa coppia di autori; una storia peraltro completamente autonoma dai libri precedenti, fruibile quindi anche senza conoscere l'opera omnia del duo.

Tutto inizia con la scoperta a New York, all'interno di un cantiere, di trentasei cadaveri sepolti in un tunnel dell'Otocento. Appare evidente che devono essere state le vittime di un omicida seriale di cui non si sapeva nulla. L'agente speciale Pendergast, la ricercatrice archeologica Nora Kelly e il giornalista Smithback uniscono le forze per dipanare la matassa di questo vecchio caso, tra il Museo di Scienze Naturali e i recessi più sperduti della Grande Mela, fino a giungere a una vera e propria "stanza degli orrori". Le cose si complicano quando un assassino del giorno d'oggi inizia a mietere nuove vittime seguendo lo stesso modus operandi del suo predecessore, lasciando il dubbio che si tratti non solo di un imitatore ma dello stesso individuo di oltre cento anni prima, tornato in qualche modo dagli abissi del tempo.

La vicenda è ricca di colpi di scena e si lascia leggere tutta d'un fiato, inseguendo i vari personaggi nelle loro peripezie. Non è un horror propriamente detto, anche se si respira a pieni polmoni una certa atmosfera gotica, bensì un thriller che sposa bene azione, tensione, indagini, elementi soprannaturali e spiegazioni scientifiche: la presenza stessa di un agente dell'FBI, quell'enigmatico Pendergast che la farà da padrone anche nei successivi romanzi del duo, avvicina in qualche modo questo romanzo a una puntatona di X-Files (il che, a modesto avviso di chi scrive, non può che essere un bene). Una bella lettura, insomma, per chi cerca il brivido, con un'avvertenza: leggere la sequenza dei romanzi e vedere lo sviluppo delle storie dei personaggi aumenta sicuramente il livello di gradimento delle opere di Preston e Child!