Sèguito de La stanza degli orrori, il presente romanzo del duo Douglas Preston e Lincoln Child vede nuovamente protagonista il misterioso agente speciale Pendergast, questa volta alle prese con un'indagine decisamente lontana dalla New York dove lo abbiamo visto in azione fino a questo momento. Egli si sposta infatti in Kansas, nella piccola cittadina di Medicine Creek, dove viene ritrovato il cadavere di una donna orribilmente mutilato; attorno ad esso, disposti a cerchio come per un macabro rituale, i corpi di 24 corvi. Dopo l'arrivo di Pendergast nella cittadina non mancheranno altri omicidi ancora più brutali, le cui vittime vengono fatte a pezzi o addirittura bollite e mangiate, in un crescendo di efferatezze che lascia presagire come il colpevole potrebbe non essere completamente umano. Una cosa però appare chiara fin da subito: il colpevole deve risiedere tra la popolazione di questa cittadina dove tutti apparentemente conoscono tutti. Una galleria di personaggi piuttosto archetipici (lo sceriffo brutale, l'anziana signora attaccata alle tradizioni, gli agricoltori contrari alle innovazioni scientifiche) ma resi comunque con un'efficacia che non li appiattisce su meri stereotipi: proprio tra questo campionario di umanità l'agente Pendergast troverà una spalla decisamente inconsueta, una ragazza "goth" di nome Corrie che lo aiuterà a svelare i segreti di una cittadina su cui, oltre a quello del maniaco omicida, incombe lo spettro di una depressione sociale ed economica. D'altronde a Medicine Creek i misteri non mancano, dagli esperimenti sul grano geneticamente modificato alla collina in cui, si dice, si aggirano ancora gli spettri di un massacro risalente ai tempi del Vecchio West. Insomma, un affresco complesso che i due autori maneggiano con perizia, fino al finale che, pur tirando egregiamente le fila di tutti i nodi rimasti in sospeso e restando a un buon livello, non è pienamente all'altezza dell'eccellente lavoro di descrizione di questa assolata cittadina della campagna americana. Un thriller comunque molto godibile, imperdibile per gli appassionati dell'agente Pendergast, che qui tra l'altro si mostra molto più umano del solito, senza la spocchia di superiorità di cui aveva rischiato di ammantarsi in precedenza. Unico possibile neo del romanzo, il suo essere in qualche modo "di passaggio": solo in opere successive, infatti, vedremo affrontati alcuni misteri rimasti in sospeso, come l'identità della persona che scruta il ricercatore rimasto nella Stanza degli Orrori a New York, o cosa sia realmente accaduto al fratello di Pendergast, che qui compare in un fugace accenno. Risposte che si potranno avere solo con la lettura dei romanzi successivi: ottimo quindi per il lettore affezionato ma un po' meno per chi cerca un thriller perfettamente concluso in sé.