Indovinate chi c’è…

Parto da una specie di sfida con i miei lettori. Tanto per cambiare la struttura della recensione e renderla, magari, più piacevole. Ecco alcuni spunti su un personaggio del presente libro che dovete indovinare. Allora è alto, ben pettinato, corretto, cortese, timido, impacciato, deferente, spesso diventa rosso ecc… Non ci siamo? Aggiungo che sa giocare a scacchi (questo lo sappiamo dalla lettura di altri libri), ama l’umorismo, gli piace Gershwin, soprattutto il suo tocco del diesis. Niente ancora? Sua massima è che per un uomo due più due fa sempre quattro ma per la donna può fare cinque o addirittura tre. Notte fonda? Però, ragazzi, diamoci una svegliata. Dunque lavora in un ufficio grigio insieme ai suoi sacri fascicoli. Coraggio, si tratta solo di un indovinello. Altro particolare, viene svegliato dolcemente alle nove dalla moglie e suo figlio gli porge la vestaglia dicendogli “Ecco, papà”. Cosa dici? Arthur Jelling? Bravo, proprio lui, archivista della polizia di Boston in Sei giorni di preavviso di Giorgio Scerbanenco, Sellerio 2008. Praticamente il primo romanzo poliziesco in cui nasce questo caratteristico personaggio. Siamo nel 1940. Ergo sotto il fascismo che non vedeva di buon occhio (eufemismo) storie poliziesche ambientate nel nostro paese. Ecco il motivo di Boston. E proprio in questa città “Un celebre attore, narcisista e pieno di sé, ma ormai sul viale del tramonto, vive da giorni barricato in casa insieme alla sua corte. Riceve quotidianamente minacciosi messaggi con la data, il luogo e l’ora della morte. E tutti i possibili colpevoli hanno sempre alibi indistruttibili…”

Alla docilità (apparente, dico io, perché poi si rivela anche tosto e testardo come la sua logica “una legge assoluta, più assoluta della legge di gravità”) di Jelling fanno da contrasto i modi sbrigativi e irruenti del capitano Sunder, al limite della legalità (e forse anche fuori) per raggiungere i suoi scopi. Magistrale il quadro (umoristico direi) con pochi tocchi della sua (sempre di Jelling) vita matrimoniale, la cui signora fa di tutto per non contrariarlo. Se il marito ha uno scatto nervoso quasi si mette piangere.

Chi racconta la storia è il noto studioso di psicopatologia Tommaso Berra che viene coinvolto da Jelling in questo caso. E proprio la presenza di un’autorità in materia offre il destro a Scerbanenco di avventurarsi con perizia tra le pieghe dell’animo umano. Trama ben congegnata all’insegna del giallo ad enigma che andava di moda in quegli anni sotto l’influsso della Christie e di S.S. Van Dine, complessa il giusto (forse anche troppo). Stile pacato, preciso, puntuale in stretto rapporto con la personalità schiva del nostro archivista che risalta (e magari qui arrossirebbe) dalla cintola in su come canta il Poeta.