Ex operatore dello Special Air Service, Andy McNab ha lasciato la più famosa unità di Forze Speciali del mondo esordendo con un discusso resoconto di una missione catastrofica durante la prima guerra del Golfo (Pattuglia bravo two zero, Longanesi) e un romanzo verità sui suoi anni di addestramento nel SAS (Azione Immediata sempre Longanesi). Apprezzatissimo dai lettori amanti dei romanzi d’azione realistica, molto criticato e invidiato da ex colleghi e altri scrittori, McNab da diversi anni ha dedicato la sua attività alla fiction creando il personaggio di Nick Stone, un ex SAS coinvolto in missioni paramilitari che gli assomiglia in tutto e per tutto e che ha trovato nelle sue doti di narratore “formatosi sul campo” la via migliore per il successo. Negli anni Nick Stone è diventato un beniamino del pubblico proponendo un modo nuovo di raccontare la spy story che ha allargato il suo pubblico al di fuori dei semplici appassionati d’armi e di guerra. Questo perché, pur non mancando mai azioni violente descritte con una particolare cura dei dettagli, le sue avventure non sono rapporti di azioni belliche ma vicende dominate dall’intrigo. A maggior ragione negli ultimi anni i romanzi di McNab hanno acquistato “corpo” cogliendo una verità che forse molti autori di romanzi di spionaggio ancora faticano a digerire. Dopo l’11 settembre raccontare storie di intrigo internazionale come è avvenuto in tanti romanzi più o meno ispirati al glamour bondiano, con improbabili super cattivi, ambientazioni esotiche da depliant turistico ed eroi in smoking è diventato improponibile, un po’ come, dopo la caduta del Muro le care vecchie storie alla Len Deighton (o persino alla Le Carrè) hanno perso smalto e credibilità se non come… romanzi storici. McNab invece ha saputo fondere la cronaca a ispirazioni noir. Il suo mondo delle spie è un universo cupo, disperato combattuto su entrambi i fronti da proletari, gente magari addestratissima (e magari no) che si trova costretta a giocare con ordigni sin troppo pericolosi. L’informatica, i virus di ultima generazione, gli ordigni di sterminio di massa, alla fine sono affidati a gente disperata che si trova in situazioni estreme proprio perché non ha altre alternative. È proprio tale aspetto di manovalanza dello spionaggio che emerge come fattore più convincente in quest’ultimo romanzo, Nome in Codice Dark Winter. L’argomento è tra i più attuali. La minaccia di un gruppo islamico di origine indonesiana ma legato ad Al Qaeda di scatenare un’epidemia di peste polmonare a Londra e negli Stati Uniti. La paura del contagio è tra quelle più diffuse nella nostra società che ha imparato a convivere quasi con noncuranza con una guerra che ormai dura da quattro anni ma che ci sembra lontana. Dopotutto autobombe e sparatorie sembrano relegate ai telegiornali, ma il timore di un’arma invisibile e mortale è sempre in agguato. E Stone, con un’insolita compagna di lavoro, si trova tra patemi e vicissitudini personali, a combattere in prima linea. Non lo fa con eroismo perché è costretto, quasi ricattato a vestire i panni del patriota e presto si accorge di combattere avversari ben poco carismatici. Non sono super cattivi con l’occhio bendato o l’uncino al posto della mano, non possiedono ricchezze mirabolanti e neppure sono fanatici assassini. Sono gente come lui, manovali sacrificabili, riluttanti guerriglieri che trasportano germi in bottiglie di vino. E tutto ciò, invece di abbassare la tensione, la alza, decuplica il pericolo aggiungendovi la paranoia. Il mondo in cui si muove Stone è reale, per recuperare una bottiglia di virus bisogna indossare tute isolanti, agire con cautela, prendere mille precauzioni che rischiano di far impazzire l’eroe se tale lo vogliamo definire. È, in fondo, un mondo noir, spietato e forse per questo più avvincente. Con gli anni McNab autore si discosta sempre di più dal McNab militare e la narrazione ne guadagna. Meno dettagli, più intrigo, senza rinunciare al realismo quindi, un equilibrio che pochi altri ex militari passati dietro la tastiera del computer hanno saputo raggiungere. Chi non ha mai letto un’avventura di Nick Stone potrebbe iniziare proprio da questa. S’innamorerà del personaggio e del suo mondo. Chi già lo conosce, ritroverà un vecchio amico… con qualcosa di più intenso, drammatico che vale la pena di scoprire.