Vent’anni o giù di lì... Andy McNab ha cominciato, così vuole la leggenda, come operativo dello Special Air Service. Ce lo ha raccontato in Azione immediata (Immediate Action, 1995) e in Pattuglia Bravo Two Zero (1993) sulle sue esperienze nella prima Guerra del Golfo.

Ci dicono che, per proteggere la sua incolumità e il segreto delle truppe speciali di Sua Maestà, il suo sia uno pseudonimo. Pare anche che qualcuno lo abbia aiutato nella stesura dei suoi primi lavori e nel passaggio dalla “faction” (narrativa basata su fatti reali) alla “fiction” (fantasia più sfrenata). Di certo in questi anni ha sfornato con regolarità romanzi che presentavano per protagonista Nick Stone, ex SAS dall’animo piuttosto cupo impegnato in missioni che mescolano spionaggio e azione.

Rivale in patria di Chris Ryan, negli anni McNab ha mutato parecchio il suo stile narrativo e se i primi romanzi erano, a mio avviso, inutilmente lunghi, un po’ lagnosi e ingolfati di particolari tecnici che a volte pesavano sulla vicenda, negli ultimi romanzi ha acquisito maggiore scioltezza. Esperienza o “aiutanti” differenti? Poco importa, perché se anche rimangono tracce di quella meticolosità che a volte fa sembrare le sue storie dei “manuali sulla manutenzione della mitragliatrice” il ritmo si è fatto più rapido, le vicende più movimentate e avvincenti.

È il caso di Red Notice (2012), la nuova serie ancora inedita con un protagonista nuovo che questa volta sarà un effettivo del famoso reggimento, e anche di questo Dead Centre (2011) che riporta in primo piano proprio il buon Nick Stone.

          

L’azione ha un prologo originale e ben raccontato nel 2005 poco dopo lo tsunami. Stone e due commilitoni del SAS si trovano nel sud-est asiatico per prestare soccorso. In realtà hanno un incarico di copertura per eseguire una missione in una città devastata. Peccato che i suoi due compagni proprio non possano stare vicini. Mong, grosso e leale, non sopporta l’atteggiamento di BB (che sta per Beautiful Body!) che lo stuzzica su presunte infedeltà della moglie. Fatto sta che, durante la missione, Mong muore e BB scompare.

Torniamo ai tempi nostri a Mosca dove Nick si trova separato dalla sua attuale compagna, giornalista russa inviata in Libia durante la rivoluzione. Nick viene avvicinato da un oligarca, Frank Tamis, che gli offre un incarico delicato. Curiosamente la vedova di Mong, Tracy, ha sposato proprio l’oligarca dandogli un figlio, Stefan. Purtroppo mamma e figlio sono stati rapiti da pirati somali durante una crociera. E, sorpresa!, con loro c’è il capo della sicurezza di Frank, che è proprio BB. Siccome la vita è strana ma le coincidenze non esistono, Nick non ci vede chiaro. Soprattutto perché si accorge che qualcuno tenta di sabotare le sue manovre per recuperare gli ostaggi sin da Londra. Pare che l’oligarca sia legato a Putin e, soprattutto, sia nel mirino di alcuni killer georgiani.

Il quadro geopolitico si amplia allargandosi alla guerra russo-georgiana del 2008, trasferendosi poi nel territorio conteso tra gruppi di Shabbab islamisti e semplici pirati somali. Nick parte, con l’ausilio di due non fidatissime guardie del corpo dell’oligarca, per la difficile missione di salvataggio.

Qui McNab fa un bel quadro dell’ambiente dei pirati somali, argomento di moda, toccato anche recentemente con minor dettaglio ma eguale bravura da Frederick Forsyth in The Kill List (2013). Alla fine tutto si dovrà risolvere a pistolettate. Ovviamente i buoni saranno buoni, i cattivi come immaginavamo cattivi sino alla fine e Nick, con la pelle bucata porterà a casa la missione.

       

Un ottimo romanzo d’azione spionistica contemporanea che soffre forse di qualche lungaggine. Sono sempre del parere che, in questo genere di storie, la lunghezza perfetta non dovrebbe superare le trecento pagine, pena una caduta di attenzione nel lettore. In ogni caso McNab ha imparato a dividere la narrazione in capitoli a volte brevissimi, dando traguardi continui di lettura che facilitano la scorrevolezza del romanzo.

     

Saga di Nick Stone

     

1. Controllo a distanza (Remote Control, 1997 - Longanesi 1999) Traduzione di Stefano Tettamanti

2. Crisi quattro (Crisis Four, 1999 - Longanesi 2001) Traduzione di Stefano Tettamanti

3. Fuoco di copertura (FireWall, 2000 - Longanesi 2002) Traduzione di Stefano Tettamanti

4. Bersaglio in movimento (Last Light, 2001 - Longanesi 2003) Traduzione di Stefano Tettamanti

5. Sotto tiro (Liberation Day, 2002 - Longanesi 2004) Traduzione di Stefano Tettamanti

6. Nome in codice Dark Winter (Dark Winter, 2003 - Longanesi 2005) Traduzione di Stefano Tettamanti

7. Buio profondo (Deep Black, 2004 - Longanesi 2006) Traduzione di Stefano Tettamanti e Isabella Ragazzi

8. Lo sterminatore (Aggressor, 2005 - Longanesi 2007) Traduzione di Stefano Tettamanti e Isabella Ragazzi

9. Contraccolpo (Recoil, 2006 - Longanesi 2008) Traduzione di Stefano Tettamanti e Isabella Ragazzi

10. Fuoco incrociato (Crossfire, 2007 - Longanesi 2010) Traduzione di Stefano Tettamanti Isabella Ragazzi

11. Forza bruta (Brute Force, 2008 - Longanesi 2011) Traduzione di Stefano Tettamanti e Isabella Ragazzi

12. Ferita letale (Exit Wound, 2009 - Longanesi 2012) Traduzione di Stefano Tettamanti e Isabella Ragazzi

13. Zero Hour (2010)

14. Dead Centre (2011)

15. Silencer (2013)