Presentare Nick Stone, il personaggio che Andy McNab ha creato a immagine di se stesso quando ha lasciato il SAS britannico dopo le drammatiche esperienze - raccontate in un libro –verità Pattuglia Bravo Two-Zero, durante la prima guerra del Golfo - è per gli appassionati inutile. Nick Stone agente K, sottopagato e spesso tradito agente indipendente è ormai diventato un beniamino di chi ama l’intrigo e l’azione. Vale però qualche osservazione sull’evolversi non tanto della saga quanto della scrittura di McNab che si è fatta di romanzo in romanzo meno “militare” e più “fiction” a tutto vantaggio anche di quel lettore che non sente un brivido ogni volta che legge l’accuratissima descrizione di un fucile o di uno strumento tecnologico. In pratica Nick Stone vive avventure dove il suo lato umano (già presente sin dagli esordi) emerge con maggiore incisività grazie a vicende più agili nel racconto, forse meno preoccupate di un’assoluta aderenza alla realtà(d’altra parte sempre fiction è…) e più calibrate sotto il profilo della suspense. In particolare, dopo l’11 settembre, il tono è diventato più cupo, più nero e maggiormente legato alla cronaca. Buio profondo, sin dalla copertina che ci riporta a immagini di guerra viste sui notiziari, ci introduce in una delle migliori analisi dell’Iraq realizzate per la fiction negli ultimi anni. Sulle tracce di un misterioso personaggio (un benefattore o un mostro? al lettore scoprirlo…) Nick si muove da New York sino a Bagdad e infine nella ex Jugoslavia, attraversando un girone dantesco dopo l’altro. Giornalisti, contractors, fanatici islamici, banditi, eroi e carogne di una guerra dove nessuno sa realmente per chi combatte e soprattutto perché. Un ritratto impietoso del nostro tempo ma anche una vicenda avvincente, non un semplice combat-book ma una vera e propria spy-story dove i morti ammazzati alla fine sono un numero limitato, le sequenze d’azione ben descritte e calibrate nel corso del racconto. Insomma una vicenda che può essere apprezzata anche da un pubblico più vasto di quello che abitualmente segue McNab. La descrizione ambientale, la foto del confuso bazar dove terrore e affari convivono nell’Iraq “liberato”, l’intrecciarsi di doppi giochi e interessi contrastanti giovano al tono generale del romanzo che si concentra poco sulla meccanica e molto sull’evolversi di un vero e proprio viaggio all’inferno che il lettore affronta insieme a Nick Stone, antieroe modernissimo e tragico.