I lettori italiani hanno conosciuto per la prima volta Andy Oakes nel 2007, quando la Fanucci ha scommesso su Le mille luci di Shangai (Dragon's Eye, 2002), già vincitore dell'European Crime and Mystery Award. Di fronte agli ottimi riscontri di critica, oltre che di pubblico, ottenuti dall’esordio sul mercato italiano di Oakes, è stato tradotto anche Citizen One, distribuito nel 2008 con il titolo di Ombre su Shangai. La lettura dei due romanzi sopra citati ha catalizzato in noi l’interesse a contattare Andy Oakes, che ci ha accolto con grande simpatia e disponibilità. Ne è scaturita una corposa intervista che vi invitiamo a leggere con attenzione perché non solo ci parla dell’autore e dei suoi libri, ma è anche l’occasione per un momento di riflessione sulla Cina attuale.

Caro Andy, benvenuto su ThrillerMagazine! La lettura di Le mille luci di Shanghai (Dragon’s Eye) e di Ombre su Shanghai (Citizen One) ci risvegliato, tra le altre cose, una gran curiosità su Andy Oakes: l’uomo e l’autore, la sua Cina e i suoi romanzi. Siamo pertanto veramente contenti di aver trovato l’opportunità di e-ncontrarti.

Ciao Giuseppe e Fabio. Grazie per avermi dato l’opportunità di parlare di me stesso (il mio argomento preferito...: ) ) e della mia narrativa. Mi fate sentire come a casa. Un caro saluto anche a tutti i miei lettori italiani, al mio editore Fanucci, e alle due meravigliose Valentina.

Dietro a uno scrittore, c’è sempre un individuo con le sue esperienze. Vuoi per piacere presentarti ai nostri lettori? E raccontare loro che cosa, nella tua vita, più è stato determinante nella nascita dell’anima e delle capacità dello scrittore che sei diventato?

Dunque... vuoi sapere della mia anima! Va bene. Discendo da un complesso background di antenati russi e polacchi che si stabilirono in Inghilterra e Scozia. Erano molto poveri e molto politicizzati. Mio nonno materno fu un amico di Karl Marx quando visse a Londra. Immagino che questo background mi abbia sempre fatto sentire come un estraneo in grado di scrutare – molto bene – nelle frange esterne della società. Sono stato molto addentro alla politica radicale nei miei anni giovanili, rimanendo coinvolto in varie occupazioni di fabbriche. Più tardi, quando ho lavorato per varie agenzie governative ho scoperto che c’era un file del MI5 (i Servizi di Sicurezza Britannici) aperto su di me dall’età di 19 anni! Quand’ero bambino ero considerato molto brillante e venni pertanto forzato in una classe di alunni più vecchi di me, il che non è una grande idea se vuoi farti degli amici, cosa che trovo tuttora difficile e complessa. In giovane età, saltò fuori anche che ero dislessico, il che mi rendeva molto difficoltoso sia leggere che scrivere. Ma fui abile a simulare con la maggior parte delle persone grazie al mio vocabolario e alla mia abilità di “intuire” la parole giuste. Tuttora, ciò influenza molto il modo in cui strutturo le frasi. Ho una formazione d’ingegnere meccanico e ottico, e ho lavorato per l’industria della difesa su carri armati, veicoli blindati, jet a decollo verticale, e più avanti tecnologia per visione notturna. Sono stato poi individuato dagli “head hunter” in cerca di personale da assumere per le Forze Armate Britanniche, finendo col lavorare su vari progetti da... “acqua in bocca”; ). Ho viaggiato in varie zone di guerra durante quel periodo, per cui ho visto troppe delle azioni malate e violente che un essere umano può perpetrare ai danni di un altro. In sostanza, ho avuto una un piccola “epifania”, per cui ho mollato per studiare psicologia, materia che ora sto portando avanti come lavoro a tempo pieno, trattando giovani altamente problematici, alcolizzati e questioni di abuso di droghe. Scrivere è per me tuttora un processo part-time, che posso condurre a tarda notte (immagino che le cose che scrivo siano più adatte alle ore che seguono la mezzanotte...). Gli aspetti che più m’influenzano sono i diritti umani, la povertà, l’ingiustizia, la violenza, l’emarginazione politica, la bellezza, i viaggi (sono appena tornato da Cuba, dove sto ambientando un romanzo), il football (il mio ultimo libro, Ombre su Shangai, è dedicato al club calcistico Manchester United) e le belle donne.

La Cina è il grande scenario dei tuoi romanzi. Il passato di questo paese è assolutamente affascinante, ma – per altre ragioni – la Cina conserva tuttora un’enorme attrattiva. Quali sono le caratteristiche più intriganti della Repubblica Popolare Cinese? E quali sono i “tuoi” sentimenti per questo mondo orientale? Una sorta di Odio-Amore, forse?

Ho passato alcuni anni in Cina lavorando in un settore specialistico delle Forze Armate Britanniche su progetti molto segreti, dei quali non posso dirti nulla, altrimenti sarei costretto ad ucciderti (sto scherzando...; ) ). Per me, gli aspetti più intriganti di qualsiasi paese sono gli abitanti... e in Cina ci sono alcune delle persone più elastiche e coraggiose di questo pianeta. Affascina e intimorisce nel contempo guardare alla Cina contemporanea, al suo uso del comunismo, che in teoria dovrebbe liberare le masse, ma allo stato attuale viene usato soltanto per tenerle sotto controllo. Amo la Cina per il suo popolo, le sua fantastica cultura, il cibo, le arti, la bellezza degli scenari... ma anche la odio per il suo comportamento verso le donne (tuttora, quando nasce una bambina ci si riferisce come “acqua rovesciata”, nel senso di inutile), la odio per la sua oppressione dei Tibetani, per il suo uso osceno del sistema politico conosciuto come comunismo, che per me è un’ideologia politica assai più luminosa se utilizzata con moralità, e che ora è semplicemente uno strumento per imprigionare e torturare. Odio anche la nuova e aggressiva, rampante, forma di capitalismo che si sta sviluppando in Cina e che sta derubando la classe contadina della terra da cui dipende.

La letteratura ha molti generi per approcciare una specifica ambientazione. Per fotografare la Cina, tu hai scelto la strada del noir. O, meglio, una commistione tra noir e thriller. E’ una scelta che è venuta naturalmente, forse come conseguenza di ciò che più vuoi sottolineare nei tuoi romanzi, o c’è stato un minimo di calcolo, per varie buone ragioni?

Noir. Non trovi già il termine semplicemente intrigante? Sì, decisamente scelsi il noir per affrontare l’eccesso di autori americani che proliferavano quando mi misi a scrivere. Confidavo di provare che anche un europeo può scrivere e padroneggiare questo genere, peraltro già di per se sfidante per uno scrittore. Come ho già spiegato, sono dislessico, e di conseguenza il mio stile può risultare abbastanza spezzettato, teso e idiosincrasico, il che viaggia assai in parallelo con le materie dei soggetti che sviluppo. Ovviamente gli scrittori sempre sentono sempre di avere le capacità di esprimersi in ogni genere, di avere le doti per farlo, ma io dubito di poter scrivere lavori romantici o commedie... per quanto, così come molti tra quanti hanno letto i miei libri, anch’io li consideri anche molto intriganti e divertenti.

I dettagli sulla città di Shanghai e sulla Cina vengono solo dalla tua personale esperienza, dai tuoi interessi e dalle tue letture, oppure anche da contatti con qualcuno che dall’interno ti passa delle informazioni dettagliate?

E’ divertente: in una trama è sempre il piccolo dettaglio, o una descrizione, che i lettori ricordano di più. Il fatto che tu sappia che c’è un negozio di forbici in Nanjing Road che vende più di diecimila tipi differenti di forbici. O che c’è un negozio di barbiere che si sviluppa su otto piani, e che al livello più alto, in una stanza molto larga, c’è una singola poltrona che vibra mentre ti tagliano i capelli! Quello che scrivo è una magica combinazione di verità personali, di verità che arrivano da altri (alcuni dei quali si prendono un grosso rischio a spedirmi materiale), di fatti e di fantasia. Non avrei altro modo... non credi?

Brevemente, cosa accade in Le mille luci di Shanghai?

Le mille luci di Shangai parla di un Investigatore capo che è un buon compagno, con un senso morale, ma anche una persona che è stata forzata a distogliere lo sguardo fissato sulla verità troppe volte. Uno che ha messo un dossier nel trita-documenti per l’ultima volta e non vuole mai più nascondere l’evidenza per coprire le azioni del Partito e dei suoi servi. E’ anche in un periodo della sua vita dove ha meno cura di se stesso, ed è più preparato a correre rischi. Grossi rischi. Quanto vengono scoperti i cadaveri di otto persone incatenati assieme nel fango del fiume Huangpu, cosa ci si aspetta che faccia? Andarsene? Voltare lo sguardo? Lo ha già fatto, in passato. In passato, appunto. Ora basta. L’investigazione che segue la scoperta degli otto corpi lo condurrà nei bassifondi della società cinese e ai suoi massimi vertici come scoprirà la verità dietro gli omicidi. La verità di quanto crudele l’umanità sappia diventare

E cosa in Ombre su Shanghai?

Cosa fareste se due dei vostri compagni investigatori venissero trovati crocifissi al pavimento di un magazzino, torturati con una torcia ossiacetilenica? Per quanto l’investigatore capo Sun Pia sia stato degradato al Vice Dipartimento, non può ignorare l’assassinio dei suoi colleghi e i cadaveri di prostitute che sono stati scoperti nelle fondamenta dello Stadio Olimpico. La sua indagine lo porta allo scontro con due figli di coloro che detengono il potere, due “Principini”; un razza il cui rango fa loro desumere (sapere) che sono oltre la legge.

Quanta fiction e quanta realtà nei tuoi romanzi? Il Lao Gai è tuttora operativo e terribile come in passato?

I fatti che stanno dietro ai miei romanzi, purtroppo, sono veramente reali. Atrocità in materia di diritti umani non sono difficili da trovare in Cina. Ci sono davvero delle “camere della morte” dove le bambine vengono lasciate morire perché non hanno valore nella società cinese. Ci sono davvero più esecuzioni in Cina che in ogni altra nazione del mondo. Così come impressionante è il “mondo” dei Lao Gai, con una forza lavoro schiavizzata superiore alla popolazione di Francia e Belgio insieme. E’ difficile da stabilire quanto siano terribili queste prigioni e questi campi di lavoro perché sono fuori dal nostro sguardo, ma ci sono molte testimonianze che dimostrano che la tortura vi viene normalmente praticata. Ci si muore. La prossima volta che acquistate un prodotto la cui etichetta riporta “made in China”, rammentate che c’è una discreta possibilità che sia stata prodotta dalla forza lavoro dei Lao Gai, sottonutrita, senza ferie e riposo, senza diritti, e anche bastonata!

I diritti umani sono prioritari nella tua agenda di scrittore. Ma, nel contempo, pare che tu tenti di mostrare i fatti, lasciando il giudizio al lettore. Proposito non facile ad attuarsi. O sto sbagliando?

I diritti umani, certo. Lieto che tu li abbia notati nei miei libri!: ) I diritti umani hanno effettivamente centralità nei miei romanzi. Sono su questi aspetti che il mio detective, Sun Piao, viene spesso chiamato a testimoniare. Il rapimento di bambini. La prostituzione forzata. Esecuzioni e omicidi di stato. Il traffico di organi umani per trapianti. Strumenti politici e giudiziari per emarginare e torturare persone. Sono violazioni dei diritti umani che mi interessano e mi bruciano dentro. Sono comunque consapevole che i lettori, pur interessati, in genere non acquistano libri per sorbirsi cattedratiche concioni sui diritti umani e sulla politica, quindi lavoro duro per realizzare personaggi veri, storie strutturate ed eccitanti, descrizioni particolari, e trame che catturano il lettore sino all’ultima pagina. Spero di gestire bene tutto ciò...

Ho sempre avuto un grande interesse per il periodo della Seconda Guerra Sino-Giapponese e gli anni che la precedettero. Zhong Ma, l’Unità 731, Beiyinhe, Shiro Ishii. Cercando informazioni a riguardo, ho letto documenti che mi hanno lasciato attonito. Che mi hanno toccato il cuore. Sono parole che difficilmente dimenticherò...

E’ un episodio assai triste e tragico che tuttora getta un’ampia ombra sulle relazioni tra Cina e Giappone. Per me, uno degli aspetti più scioccanti del periodo fu che gli archivi dell’Unità 731 – una documentazione risultato della sofferenza di sperimentazioni biologici su cavie umane – fu poi rubata dagli americani, andando a formare l’ossatura dei loro successivi esperimenti in materia biologica e di guerra batteriologica... Per saperne di più, prendetevi una copia di Ombre su Shangai e leggete, leggete...

Cosa ci dici del tuo stile personale di scrittura?.

Beh, ritengo che lo abbiate già sintetizzato. E’ uno stile molto personale, un vero stile naturale, alquanto idiosincrasico, spesso inusuale nel modo in cui descrive gli elementi. Talvolta, è stato commentato in alcune recensioni come piuttosto poetico, il che lo considero un grande complimento. Il mio scopo è di ricreare, con i miei libri, sensazioni di consistenza, olfattive, di sentimenti, e per ogni capitolo avere una sorta di colonna sonora. Ritengo di scrivere in un modo assai cinematografico, dopotutto sono un figlio dei film, e penso e scrivo in modo molto visuale.

Dove nel mondo sono più apprezzati i tuoi libri?

Al momento, direi in Germania, Francia, Spagna e, ovviamente, Italia, grazie al mio fantastico editore nel vostro paese, Fanucci, e alle due particolarmente meravigliose Valentina che ci lavorano, le quali sono stato così fortunato da poter conoscere quando ho visitato l’Italia in occasione del festival letterario Grinzane ad Orta, l’anno scorso. Trovo interessante che i lettori nei vari paesi in cui i miei libri sono stati pubblicati vi cerchino e vi ottengano aspetti differenti. In America, cercano le differenze tra America e Gran Bretagna. In Francia sono interessati alle relazioni di Sun Piao con sua moglie, e al sesso. Nel mio paese, l’Inghilterra, è la violenza. In Spagna e in Italia, i diritti umani e gli aspetti politici... il che mi va proprio bene!

Qualche proposta per il cinema?

Varie case cinematografiche mostrano interesse per i miei libri, ma per come si presenta attualmente Hollywood, è più probabile che producano “Rambo 16” o il “Il nipote di Rocky” che un lavoro realmente originale.

Come percepisci le differenze culturali e commerciali tra Cina ed Europa: sono destinate ad allargarsi o piuttosto ad essere cancellate con il tempo?.

Le grandi multinazionali, si sa, guidano tutto. Livellano le differenze culturali, e spingono i continenti ad unirsi nelle forme da loro volute, così da poter venderci lampadine, hamburger o anelli per tende! Di sicuro adesso in Cina c’è un’enorme fame di capitalismo e di tutti i benefici che offre, quali l’inquinamento, il riscaldamento globale, eccetera eccetera. Comunque, ciò dà alla comunità internazionale l’opportunità di dire alla Cina “per piacere, smettila di ammazzare bambine e di eseguire esecuzioni anche per il solo furto di un pneumatico di trattore”. Sotto molti aspetti è difficile fare dei paragoni tra Cina ed Europa in termini di relazioni personali, strutture sociali, ecc. Ci sono delle reali differenze. Cose che sono importanti per le persone in Inghilterra o in Italia, non hanno valore in Cina. E cose assai preziose a Shanghai, tengono poco valore a Londra o a Roma. Forse dovremmo celebrare la differenza, per quanto spesso la percepiamo come pericolosa.

L’attuale Presidenza pare stimolare il ritorno ad un importante ruolo centrale per la nazione sul piano mondiale. Quale Cina emergerà alla fine dei Giochi Olimpici? Avrà un nuovo ruolo nel mondo? Quali sono le vere ambizioni della Cina? Prevarrà l’orgoglio nazionale oppure il paese si sposterà verso un’integrazione?

Wow: che domanda! Vuoi prenderti una settimana, così possiamo discuterne?! Comunque, ho la netta sensazione che le Olimpiadi influenzeranno internamente la Cina assai poco. Ora, da alcuni anni, la Cina sta espandendo la propria influenza diplomatica nel mondo, specialmente in Africa. Ma, per intanto, questo contatto serve principalmente ad arricchire la Cina stessa. Si spera che con il tempo la nazione adopererà la sua promessa economica e il suo potere per influenzare le politiche di stati come la Corea del Nord, la Birmania, e l’area del Darfur, dove vanta una grossa credibilità. La nuova generazione di membri del Politburo cinese sembrano aver realizzato che gli stati necessitano di coesistere in pace, e adesso molta della rabbia retorica che erano soliti ad usare è stata abbandonata per toni più conciliatori. Comunque, mi preoccupo per il futuro della Cina siccome ha accumulato molte questioni interne problematiche per lo stesso paese, particolarmente riguardo l’inquinamento, lo sviluppo economico e la politica del figlio unico, che ha avuto un pesante effetto sull’assetto della società cinese.

Cosa cambierà nelle relazioni internazionali dopo l’impressionante terremoto che ha devastato il paese? La politica di trasparenza lanciata nell’occasione avrà un riscontro?

Sì, è stato un terremoto veramente spaventoso, ho sofferto per molti amici. Sono però soddisfatto che, a differenza della Birmania, la Cina si sia aperta agli aiuti esterni. Spero che questo condurrà ad una maggior trasparenza; comunque, coloro che guidano la Cina sono intenzionati a tenere le mani ben salde sulle redini del processo di sviluppo, di crescita e di integrazione col mondo esterno. Non dovremmo dimenticare che molti in Cina sono tuttora severamente oppressi, consci della minaccia del pesante prezzo da pagare per loro e per le loro famiglie qualora dovessero parlare, sfidando lo status quo. Il mio pensiero è che la Cina abbasserà di nuovo il velo e si farà vedere solo tanto quanto i membri più anziani del Politburo si sentiranno a loro agio... E una cosa è sicura: non saranno influenzati dalle nostre pressioni o dalle nostre sgomitate!

Durante il mio ultimo viaggio a Shanghai ho avuto la sensazione che la città stia guardando più all’Expo del 2010 che non alle Olimpiadi. Condividi questa mia visione?

Shanghai
Shanghai
Sì, concordo. Ma ritengo che non dovremmo essere sorpresi che guardino più all’Expo che alle Olimpiadi... se come credo l’Expo andrà avanti per più di 120 giorni (considerevolmente più a lungo che le Olimpiadi) e che è stato stimato che conterà su più di 70 milioni di visitatori. L’Expo, poi, è notoriamente l’occasione di stipula di grossi accordi commerciali. E penso che se chiedessi alla maggior parte dei Cinesi se preferiscono il business o lo sport, la risposta sarebbe piuttosto ovvia, no? La Cina sembra anche guardare all’Expo come ad una finestra persino maggiore dalla quale sfoggiare i suoi vari aspetti... ed è incoraggiante che il sito web dell’Expo cinese parli quasi incessantemente del cambiamento e della pace mondiale. Ma, come tutti sappiamo, le parole possono essere senza significato, e io non cercherei le parole, ma un cambiamento concreto.

Nel tuo secondo libro, oltre a notare le evidenti deviazioni (o perversioni) del PLA, sullo sfondo talvolta si percepisce una sorta di nostalgia per l’epoca (o quantomeno per i principi) del Grande Timoniere. E’ un sentimento diffuso?

Il ricordo è qualcosa di divertente, no? Le ultime teorie sulla memoria suggeriscono che noi non ricordiamo l’evento reale che accade, bensì l’ultimo ricordo che abbiamo di quel ricordo. Una sorta di memoria regolarmente “annacquata” di ciò che pensiamo sia accaduto. E così tale memoria affievolisce con il passare del tempo, e nella maggior parte dei paesi non è così inusuale che la gente rimpianga i “bei vecchi tempi”. Ti imbatti in questo in Russia, per quanto si avverta ancora minacciosa l’ombra lunga del Partito e dei gulag. Ti ci imbatti in quella che è stata Berlino Est, dove qualcuno afferma che sarebbe buona cosa ricostruire il Muro! Sì: abbiamo la memoria corta. Comunque, i Cinesi amano l’ordine, la struttura... e i vecchi tempi certamente hanno dato loro questo. Attualmente, l’irrequietezza civile (per quanto in Occidente ne sentiamo parlar poco) costituisce un problema crescente. Le proteste sono in aumento. Le masse di contadini sono state oppresse, sfruttate, e interi villaggi derubati dalle imprese edili private che costruiscono case da milioni di dollari sui campi che sono stati utilizzati delle famiglie dei villaggi da generazioni e generazioni. Non sorprenda perciò che essi rimpiangano i “bei tempi andati”, persino i giorni cruenti della Rivoluzione Culturale e della grande “carestia segreta” degli anni ’50, che si stima abbia portato alla morte per fame più di 50 milioni di compagni semplicemente perché Mao e il Partito attuarono strategie sbagliate in termini organizzazione e distribuzione delle riserve alimentati. La nostalgia è una buona cosa, fintanto che fa i conti con la realtà.

Mao Zedong è spesso citato. Quanto rimane di lui nella cultura politica della Cina?

Per quanto il volto sorridente di Mao sia tuttora su poster, spille, tazzine, eccetera, si dice che a chiedere chi egli sia ai bambini cinesi uno su tre non sia in grado di rispondere! Comunque, io continuo a ritenere che Mao e i suoi “pensieri” siano tuttora parte del tessuto mentale di quanti stanno al potere e di quanti, come il mio investigatore-capo Sun Piao, sono stati educati nel periodo in cui era presidente. Ritengo che per loro sia tuttora colui che forgiò il “sentiero luminoso”. E’ come un prurito che non possono grattare, un reminder di ciò al quale dovrebbero aspirare, malgrado la nuova leadership del Partito affermi che essi ora rappresentano il “capitalismo con un cuore socialista”. Sempre che una simile “creatura” possa mai esistere... Tuttavia, per il mio detective, Sun Piao, educato ai tempi di Mao e ora come adulto alla scoperta delle vere e spesso raccapriccianti realtà del periodo, quel equilibrio è molto importante. Come si può conciliare due input così diversi? Mao che predicava la purezza dell’ideale comunista e spingeva le Guardie Rosse nella violenza, e nello stesso tempo corteggiare l’America e magnificare il design dei servizi di porcellana!

Tornando ad argomenti letterari... Ti piacciono gli scrittori noir cinesi come Qiu Xiaolong or Wang Shuo? O autori occidentali come Peter May, che ambientano i loro thriller in Cina?

Sono un grande ammiratore di Qiu Xialong e Wang Shuo, così come di tanti altri scrittori cinesi. Molti di loro ora non trovano casa, in Cina, a causa dei loro scritti e dell’atteggiamento del Partito nei loro confronti. Immaginate la forza di carattere e il coraggio che bisogna avere come scrittore sapendo che qualsiasi parola tu scriva, qualsiasi frase tu forgi, stai creando una catena d’acciaio che finirà col tenerti lontano dalle rive della tua terra natia. Un coraggio incredibile, vero? Devo poi aggiungere, cosa che infastidirà molti, che ora leggo di rado libri di altri autori. C’è una ragione pratica in questa scelta. Il fatto è che tutti gli scrittori sono delle gazze ladre, e “prendono a prestito” ciò che leggono, che lo vogliano o meno. Io proprio non voglio mettermi in questa condizione, o essere influenzato da altri stili di scrittura, e siccome al momento sento che sto scrivendo bene, non voglio essere in alcun modo influenzato.

Il personaggio di Sun Piao, un mezzosangue dagli occhi azzurri, ricorda John Rain. E’ una pura coincidenza o un voluto omaggio a Barry Eisler?

Un uomo amabile, Barry. Devo però ammettere che non ho mai letto nessuno dei suoi libri, e quindi non so come sia fatto John Rain. Del resto, anche se tu mi dovessi chiedere di descrivere fisicamente Sun Pia, il “mio” investigatore, non sarei capace di farlo con precisione, giacché non è così importante per me. Se invece mi chiedi di descrivere i più profondi segreti della sua anima, o della sua psicologia in qualsiasi situazione, sarei capace di farlo nel dettaglio. Per me, ciò che sta dentro un uomo è la cosa più importante. In Sun Piao hai un investigatore che è un uomo ordinario, piazzato in circostanze straordinarie. Un investigatore che deve prendere decisioni moralmente coraggiose quasi ogni giorno... e con l’ombra del Partito costantemente addosso. E’ molto umano, ma con la capacità di vedere e dedurre ciò che in pochi riescono. Per quanto sia stato vicino ai corpi di centinaia di vittime di omicidio non dimentica mai che questi una volta sono stati “bambini, e figli”. Sun Piao non è una cintura nera, esperto in Karate. Non è un maestro di “arti oscure”. Non è un assassino. Ma è un compagno immensamente coraggioso, fallibile, complesso, morale, buono, passionale, poetico... Uno che, qualora io mi trovassi nei guai, vorrei trovarmi al fianco. Non lo concepisco in nessun altro modo. Nel mio periodo con le Forze Armate Britanniche ho conosciuto assassini, e si tratta di uomini che sono moralmente allo sbando, “uomini vuoti”. Possono dire che prestano attenzione, ma ammazzerebbero le loro stesse nonne per il prezzo di un’auto di seconda mano. Ma essere un brav’uomo con la capacità e l’integrità di fermare un assassino, questo ora è essere veramente un eroe!

Il tuo terzo romanzo (in lavorazione) vedrà ancora protagonista Sun Piao?

Sì, il mio terzo libro, il cui titolo previsto è MAO’S SMILE, continuerà ad avere per protagonista il dinamico duo dell’investigatore capo Sun Piao e del suo vice Yaobang (il Grand’Uomo, colui che quando mangia riesce a far finiere più cibo sulla sua cravatta e sulla sua camicia che nella sua bocca!). La trama ha le sue radici nel 1934, durante la Lunga Marcia dell’Armata Rossa, che attraversò 12500 chilometri in 370 giorni. Ai tempi nostri, coinvolge Sun Piao e Yaobang, chiamati a dipanare un complotto che è costato la vita ad un intero villaggio. C’è una misteriosa caccia ad un bambino conosciuto solo come come “il ragazzo di pietra”. Ci sono incredibili verità dietro la Rivoluzione Culturale e i suoi orrori, la grande “carestia segreta” e le violazioni massive dei diritti umani che ebbero luogo in quel periodo. E’ veramente una corsa sulle montagne russe, basata su situazioni reali e fatti che non sono mai stati inclusi in un romanzo di fiction sinora. Ho risvegliato i vostri appetiti?

Altri progetti per la tua carriera di scrittore? Ancora nel noir & thriller? Oppure hai intenzione di provare generi differenti, o di imboccare la strada del mainstream?

Sì, ho deciso di cambiar genere e sto ora elaborando un seguito di Mary Poppins in cui Mary viene addestrata in “black op” da John Rain e diventa un’assassina! Sto scherzando: ) ! In realtà, sto scrivendo un altro noir. E’ ambientato a Cuba, il titolo provvisorio è “Hotel Havana”. Sono stato a Cuba di recente per fare le mie ricerche, e ho conservato l’abbronzatura e una maglietta per provarlo.; ) “Hotel Havana” è un libro sull’assassinio del presidente John F. Kennedy, e presenta un nuovo grande investigatore: Inocensio Luna. E’ molto oscuro e molto coinvolgente. Colmo insieme di orrori e di ritmi samba. L’ombra dello stato e screziati cieli caraibici. Vecchie Thunderbird americane e defunti senza pensieri. Lascia che ti tenti con un plot molto sintetico... “Cosa succederebbe se la “seconda arma” venisse trovata? La seconda arma usata per uccidere Kennedy.” Questo è quanto, sperando che ti stia leccando le labbra. Sto scrivendo anche un altro libro della serie di Sun Piao, dal titolo provvisorio di “The Number Four”. Ma sto ancora lavorando sul significato del numero “quattro”, dunque potete capire che sono appena alle fasi iniziali del processo di scrittura!

Un messaggio finale sui tuoi libri da dare ai lettori italiani?

Agguantate un calice dei vostri buoni vini, un bel piatto della vostra deliziosa pasta, e leggete Le mille luci di Shanghai e Ombre su Shanghai. Questi non sono libri usa e getta, facili a leggersi, e non vogliono esserlo! Per l’amor di Dio, io voglio stimolarvi! I miei libri offrono verità e profondità, penso le apprezzerete. A coloro che già li hanno letti, grazie. Se non sapessi che vi siete, non avrei ragioni o energie per scrivere. Lunga vita e prosperità... e buona fortuna all’Italia per gli Europei 2008!

Purtroppo, non siamo riusciti a preparare l’articolo prima dell’evento calcistico dell’anno, ma riteniamo opportuno conservare l’augurio di Andy... Sarà per la prossima volta. Bene, Andy. Grazie mille. Speriamo di leggerti di nuovo il prima possibile!

E’ stato un piacere. Sempre disponibile. Attendo di incontrarvi ancora nel cyberspazio.

(Traduzione a cura di Fabio Novel)