Sanremo, 2008.

Libero Corti è un investigatore di Riviera: rognoso, libero, pronto a sparare a chi osa aggiungere un solo battito al suo cuore. Mal di stomaco, Ventolin, polvere in ogni angolo e vetri sporchi, casini con la ex-moglie, preoccupazioni per la figlia, rogne in banca, il padrone dei muri che lo guarda con sospetto ogni mese; e poi cornuti incazzati, frustrati e megalomani. In alternativa, qualche paranoico con la fissa di essere nel mirino dei servizi segreti o della moglie. Questa è la sua esistenza.

Sanremo è sinonimo di Festival della canzone: una sagra di scamorze, per via di scandali e corruzioni varie. E proprio per rilanciare la manifestazione canora, gli organizzatori affidano la direzione artistica a un personaggio di prestigio, come Lucio Dalla. Il quale proprio al Festival aveva presentato 4 marzo 1943 nel lontano 1970. Lo stesso anno in cui era nato Libero Corti, il 4 marzo 1970. Una specie di legame affettivo.

Lucio Dalla, però, scompare in circostanze misteriose: nella villa, sangue ovunque, una pallottola conficcata nella parete, nessun tentativo di furto. Immediato il riflesso mediatico. Indignato e sconvolto il mondo dello spettacolo. E Libero Corti, per una scommessa da bar, decide di indagare. E con questo, altri casi aperti si intrecciano: vicende che coinvolgono il detective fin negli affetti familiari (la ricerca del padre, di cui ignora l’identità) e ne mettono alla prova il fiuto e la rabbia. E a repentaglio anche la vita, nella consapevolezza che chi nasce rotondo non muore quadrato.

Hanno ucciso Lucio Dalla è un romanzo tagliente e incalzante. Abilmente architettato. Un caleidoscopio di storie, una galleria di personaggi calati intimamente nella realtà sociale. In uno sfondo dal respiro ligure, si amalgamano registro lirico (come le foglie secche che ballano il merengue, la luna che intonaca i tetti e il mistral, il vento dei pazzi, dei poeti e dei romantici), fantasia noir e tensione. Una storia sofferta che affonda nelle viscere del lettore e lo trascina fino all’epilogo, che è uno specchio per le allodole. Una prova matura, un autore che lascia il segno.

Daniele G. Genova è un investigatore privato. Vive e lavora a Savona. Ha pubblicato poesie e romanzi noir per Aliberti editore. Il personaggio di Libero Corti ha esordito nel romanzo breve La luna, la morte, inserito nella antologia La città buia, apparso la scorso gennaio.