La recente ripubblicazione dello scrittore francese Frederic Dard (1921-2000) mi ha portato a cercare suoi romanzi “non Sanantoniani”, ovvero non facenti parte delle inchieste del commisssario Sanantonio, personaggio ironico e scanzonato che rese celebre il suo creatore in tutta la Francia. In Italia un centinaio di romanzi della serie da edicola “Le inchieste del commissario Sanantonio” furono pubblicati negli anni Settanta da Mondadori.

Come alcuni suoi famosi colleghi francofoni, fra cui Simenon, Léo Malet e André Héléna, Dard è stato autore prolificissimo: nella sua carriera ha scritto più di trecento romanzi.

La finestra in fondo alla strada è soltanto una “crime story” che racconta un delitto odioso, il sequestro a scopo di estorsione di una bambina, Dora, figliastra di uno scrittore ricco e famoso, Charles Dejallieu, che vive una vita dorata  nella Svizzera tedesca. Sua moglie Melancolia (nome nomen), madre di Dora, è una strana donna, sensuale e misteriosa, con un passato difficile e molta insoddisfazione che annega nell’alcool.

Durante la stesura del romanzo, la tragedia irruppenella vita di Dardperchénel 1983 sua figlia fu sequestrata. Per salvarla, Dard versò una cifra astronomica ai rapitori, proprio come lo scrittore protagonista del romanzo.

Tuttavia, La finestra in fondo alla strada non è soltanto una crime story, perché narra in presa direttalo work in progress della creazione di un romanzo. Charles Dejallieu, è nel pieno della creazione letteraria di un romanzo con protagonista il Bambino, personaggio di cui lo scrittore è pervaso; ne immagina sensazioni, azioni e pensieri che trascrive via via sulla carta. Si tratta quindi di un romanzo nel romanzo, di cuialcune parti sono inserite nei vari capitoli all’interno della trama principale insieme ai commenti di Charles sulla difficoltà a tradurre nella pagina la vita vera.

Charles rilegge l’ultimo paragrafo e si fa pena da solo. E’ sempre così: appena mette insieme delle frasi, si rende conto di quanto sia ingrato quel mestiere. L’espressione è un tradimento latente; gira intorno al pensiero senza mai tradurlo perfettamente. Charles vorrebbe sbattere la testa contro il muro. Può rompersi, un pensiero? O uccidere qualcuno? Ma chi? Si uccide se stessi; uccidere gli altri è una prova generale.” (p. 14)

Nel frattempo, la vita all’interno della famiglia scorre intorno a lui senza coinvolgerlo a livello profondo: Melancolia, la moglie, soffre e beve di nascosto. La figlia Dora, non amata da Charles, è una bambina chiusa in se stessa, che parla poco ma osserva e valuta gli adulti per quello che sono. Peggy, l’improbabile suocera che piomba in casa poco tempo prima della tragedia, è affamata di sessoe di soldi, meglio se le due cose sono unite. Dopo il rapimento della piccola la vita e i rapporti all’interno della famiglia cambiano radicalmente, sia fra i coniugi che dell’uomo nei confronti della bambina. Finalmente la sente sua, dopo aver sborsato una grossa cifra per il riscatto. Parallelamente, il racconto narra le vicende dei due uomini, entrambi di falliti, che hanno ideato e portato a termine il rapimento.

Dard descrive magistralmente il divenire dei pensieri e degli stati d’animo dei vari personaggi.

Da quando non c’è più, Dora ha cominciato a esistere per lui in modo diverso. La immagina tormentata, insudiciata, molestata, forse morta… La bimba assume un’eloquenza inattesa. Il povero sguardo che ha lanciato a Charles prima di entrare all’Olden è diventato un’ulcera nella coscienza di Dejallieu. Charles si abbandona alla magia strana di quegli occhi pensosi e impauriti di bambina per niente felice.” (p. 169)