Ancora con i voti…

L’ape e il fiordaliso di Francesca Bertuzzi.

Da una parte gli animali, da una parte l’uomo che li violenta, li tormenta, li uccide. Da una parte l’aguzzino o il vendicatore, scegliete voi, dall’altra il tormentato, il peccatore (chiamiamolo così). Pensieri dei due che si alternano alle torture con il peccatore che cerca di ricordare i suoi misfatti e di capire chi è lì davanti a lui. In crescendo sulla falsariga di Nient’altro che un nome di Gianluca Morozzi in Delitti di ferragosto della stessa casa editrice.

Voto 7/8.

Il verdetto di Francesco Caringella

Giudice Annalisa Manzari, ultima udienza in un difficile e complesso processo per omicidio. Moglie uccisa, indagato il marito. Una telefonata per lei da un vecchio amico e un dubbio instillato sul “pezzo di merda” del marito stesso, unico, possibile assassino. Vedi un po’ come va a finire un processo indiziario. E c’è qualcuno che gongola.

Voto 6/7.

L’estate del commissario Sangallo di Piergiorgio Di Cara

Il nostro commissario Sangallo, single e omosessuale. Appuntamento con un confidente. La “roba” è venduta da Faustino, che non vede da tanto tempo. Di mezzo c’è pure l’assalto ad un portavalori per strada. Ce la farà la sua squadra a risolvere il problema? Certo che ce la farà. Tutto organizzato con i moderni mezzi a disposizione della polizia. Scontro finale come da copione con spunti di vita e di affetto.

Voto 8.

Un delitto inutile di Diana Lama

Dianona Lamona (ormai la chiamo così) qui si butta sul classico. Sala ristorante di Villa Pertusa sopra Positano. Leopoldo, critico enogastronomico, osserva chi gli gira intorno. Soprattutto la bella al tavolo, Clara Mandòrla, scrittrice di thriller e potente attrattiva. Una sera non scende a cena. L’hanno ritrovata in piscina con un colpo in testa e poi annegata. Indaga il maresciallo Borriello, massiccio e imponente, aiutato dal nostro Leopoldo, piuttosto altezzoso (lo dice lui stesso). Tutti sospettati compresi i camerieri, ciascuno dei quali dice qualcosa di utile. Colpone finalone a sorpresa con Dianona Lamona che, novella Agathona, se la ride sotto i baffi.

Voto 9/10.

Il bambino d’oro di Massimo Lugli

La vittima è una ragazza caucasica tra i 25 e i 35 anni: nuda, strangolata, sventrata, eviscerata, mano semicarbonizzata, l’altra amputata come il piede sinistro. Al centro di un cerchio sul terreno con una sorta di stelle a cinque punte. Feto non troppo lontano, sezionato e bruciato. Certo opera di qualche setta pazza. Bella gatta da pelare per il nostro Mastrantonio e la sua “banda”. Aiutato dalla collega Luisa in tutti i sensi (è divorziato), spunti sulla società, vedi la disgraziata situazione dell’ospedale San Camillo, i gay e i clochard. E il sesso che si infila dove meno te lo aspetti. Occhio alla cantina.

Voto 8.

Sorelle di Mario Mazzanti

Racconta l’uccisore del giudice Sertile. E’ uscito dalla galera e può sfruttare la casa della sorella per il mese d’agosto (lei è in Spagna). Milano. Incontro e sorriso di una donna, Patrizia, per tutti Patty. Amore furioso ma la mattina dopo scompare. Arriva la polizia. Due omicidi, fra cui quello di un suo ex socio in affari. Sono guai e lui un perfetto capro espiatorio, il classico utile idiota. Ma per chi?...

Voto 8.

Bambini nel grano di Gianluca Morozzi

Lo scrittore di “altalenanti successi” Giulio Maspero tradisce la fidanzata Francesca, a sua volta tradito dal cellulare. Via di casa. Aiutato da Mauro Britos, disegnatore incontrato al pub Old Bridge. Può vivere nel suo appartamento con l’unico obbligo di innaffiare le piante che non ci sono (strano…). Incontro con gli inquilini. Sembra che sappiano tutto di lui. L’immagine di un puzzle: due bambini davanti ad un campo di grano ripresi di spalle. C’è in giro qualcosa di irreale…Brividoso.

Voto 8/9.

Tu di Divier Nelli

Un padre che ce l’ha con i froci e i finocchi, che si ubriaca, urla e picchia la moglie. Il figlio che ha scoperto di essere proprio lui gay, ha due amici del cuore e un suo amante. Vita dura, impossibile, soprattutto quando viene lasciato dal compagno. Ora può rivelarsi a suo padre, gridargli in faccia con orgoglio il suo essere. E vediamo come finisce.

Voto 8.

Delitto all’ortomercato di Paolo Roversi

Milano. Il nostro vespista Enrico Radeschi con l’assistente Fuster. Ad un tratto un uomo che fugge “come una gazzella” ed uno che lo insegue scavalcando il muro di cinta dell’ortomercato. Morto al parco Alessandrini con la testa spaccata. Sta a vedere che è proprio uno di quelli che correvano. Esatto, stessa maglietta con Flash, l’eroe della Marvel. Radeschi al lavoro con il vicequestore Sebastiani in compagnia dell’immancabile toscanello. Di mezzo certamente la ‘ndrangheta, ma anche un posto da “clapman” in TV può scatenare l’ira di Dio.

Voto 8.

Una bella banda di scrittori.