Leo Bloodworth è u investigatore privato cinico e smaliziato, che sa muoversi nei bassifondi di una città letale come Los Angeles, e il caso di ritrovare un cane scomparso per lui dovrebbe essere una bazzecola, uno stupido passatempo con cui ingannare il tempo in attesa di un caso vero, e alzare magari qualche soldo. Ma stavolta ha a che fare con un cliente particolare… Serendipity, una ragazzina di quattordici anni saggia e simpatica, con una famiglia complicata e la voglia di riabbracciare il suo amico a quattro zampe. E così comincia quella che dovrebbe essere la più noiosa delle indagini, ma che in realtà aprirà un vaso di Pandora fatto di gangster, sangue, scommesse clandestine e morti ammazzati. A partire dall’omicidio del socio di Leo, che sarà quindi costretto, suo malgrado, a immergersi fino al collo nella violenza e nella crudeltà della sua scintillante Los Angeles.

Can che dorme è lo splendido romanzo (datato 1985) di Dick Lochte, giornalista e sceneggiatore americano purtroppo poco conosciuto nel nostro paese, e viene pubblicato dall’editore Meridiano Zero nella sua nuova collana di gialli.

Si tratta senza dubbio di un hardboiled della migliore tradizione statunitense, un romanzo di grande impatto, con una scrittura tesa e dinamica, che però oltre all’inevitabile azione e all’intrigante ambientazione, riesce a rendere con bravura anche una strutturazione dei personaggi di grande fascino. Sia il maturo e disilluso Leo, che l’intraprendente Serendipity vengono delineati con bravura, sfaccettati e realistici ben oltre la pagina scritta. E l’espediente stilistico di avere un duplice Io narrante, seguendo ora la ragazza, ora l’uomo, dimostra la bravura dello scrittore e riesce a rendere una decisa immedesimazione con i personaggi. I quali descrivono e vivono gli stessi avvenimenti con le proprie rispettive prospettive, distanti ma intrecciate.

Le descrizioni sono efficaci e riescono a dipingere con pochi tratti le sfumature di una società corrotta e violenta, i dialoghi sono immediati e taglienti (probabilmente merito del lavoro di sceneggiatore dell’autore).

Il ritmo della narrazione aumenta in maniera decisa e inesorabile nel corso della vicenda trasformandosi in un susseguirsi di colpi di scena e omicidi, accompagnati pagina dopo pagina da una scrittura ironica e veloce.

Senza dubbio un romanzo di genere. Ma del miglior genere. Scritto con grande bravura e capace di incatenare dalla prima all’ultima pagina.