Un grande romanzo di un autore di culto arriva in edicola per Il Giallo Mondadori (n. 3095): un caso per l’investigatore André Brunel dal titolo Sei delitti senza assassino (Six crimes sans assassin, 1939) di Pierre Boileau, assente dal panorama italiano sin dal 1950 quando apparte per la milanese Pagotto con la traduzione di Aldo Albani.

Una curiosità: nel 1990 Bernard Stora ha diretto un film per la televisione francese da questo romanzo.

      

Dalla quarta di copertina:

Il grido d’aiuto risuona nelle strade di Parigi, in un tardo pomeriggio di maggio. Al terzo piano di un edificio una donna alla finestra urla terrorizzata che c’è un assassino in casa. La tragedia si consuma sotto gli occhi di vicini e passanti, paralizzati dallo stupore: una detonazione, poi la donna scompare cadendo all’indietro. Le sagome di due uomini in lotta sono l’ultima scena che si offre agli spettatori, prima che altri spari calino come un sipario su un enigma apparentemente insolubile. Perché colui che ha gravemente ferito la signora Vigneray e ucciso il marito non si trova. Nell’appartamento non c’è, l’unica via di fuga è chiusa dall’interno... e questo non è che l’inizio di una serie infernale di delitti. Per l’investigatore privato André Brunel un’indagine è come un gioco di logica. Ma gli occorrerà tutto il suo talento contro un assassino fantasma che ha del metodo nella sua follia.

      

Ecco un estratto:

Erano già passate da un pezzo le otto, quando Prosper fece capolino dallo spiraglio della porta del salotto.

— Avviso i signori che la costata di bue richiede di essere consumata al momento opportuno.

— Vandalo! — esclamò André Brunel.

Quella sera, come mi succedeva di frequente, ero ospite del piccolo palazzo di Cité Malesherbes. Si doveva cenare alle sette e mezzo: soltanto, nel pomeriggio, Brunel aveva acquistato alcune novità fonografiche.

Avevamo appena ascoltato il concerto per due violini in re minore di Bach suonato da Ménuhin ed Enesco, e confortevolmente sprofondati negli spessi cuscini che ricoprivano il divano ascoltavamo ora Brailowsky eseguire brillantemente, con un virtuosismo impressionante, il quinto studio di Chopin. Come non avremmo potuto dimenticare l’ora dei pasti?

Già a due riprese Prosper, il fedele domestico dell’investigatore privato, era arrivato a grattare alla porta. Sapeva che, in talune circostanze, il suo padrone non ammetteva intromissioni; e bisognava proprio che l’arrosto fosse prossimo a essere carbonizzato perché il coraggioso uomo si fosse deciso a venire a turbare la nostra beatitudine.

“Vandalo!” aveva gridato Brunel.

E lo sventurato domestico si era affrettato a scomparire per evitare il cuscino che gli venne immancabilmente lanciato sul viso.

      

Nato a Parigi nel 1906, figlio di un funzionario di un’agenzia marittima, Pierre Boileau frequenta una scuola commerciale e assume successivamente diversi impieghi. Inizia a scrivere polizieschi nel 1932 e nel 1938 vince il Grand Prix du Roman d’Aventures con un romanzo della serie che vede come protagonista l’investigatore André Brunel. Nel 1950 dà l’avvio, con l’amico Thomas Narcejac, a una collaborazione a quattro mani estremamente prolifica: romanzi, racconti, sceneggiature, testi teatrali, radiofonici, televisivi e cinematografici, narrativa per ragazzi, saggistica. Lo scrittore scompare nel 1989.

      

All’interno, il racconto La fine del mondo di Mauro Falcioni, vincitore del Premio Gran Giallo Città di Cattolica 2013.

      

Sei delitti senza assassino di Pierre Boileau (Il Giallo Mondadori n. 3095), 182 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Massimo Caviglione