Uno stupratore seriale. Un essere abbietto che mutila nel corpo e nell’anima le sue vittime indossando un assurda maschera di Paperino. Un’ondata di violenza che sta sconvolgendo la cittadina britannica di Portsmouth e la misteriosa sparizione di un ginecologo. Per l’ispettore Faraday le cose non si mettono bene e a queste si aggiunge la tragica morte della sua assistente in un incidente d’auto.

La preda di Graham Hurley è pubblicato in Italia da timeCRIME e costituisce la seconda indagine dell’ispettore Joe Farday, un personaggio che abbiamo conosciuto e amato nel bellissimo Il caso Maloney (timeCRIME, 2012).

Si tratta in questo caso di una piacevole conferma, che costituisce anche una bella sorpresa. Spesso, infatti, dopo il successo di un romanzo pilota di una serie, il successivo, richiesto a gran voce da lettori ed editore, presenta più di qualche pecca o lacuna… beh, non è questo il caso. La preda è un romanzo duro e cinico, ben realizzato, con una struttura solida e collaudata, in cui tutti i pezzi di un puzzle, all’apparenza inestricabile, si ricompongono lentamente per dar vita a un affresco inquietante e inaspettato. Il tutto sorretto da un ritmo incalzante e ritmico, che si avvale di una scrittura di grandissimo spessore, che riesce a creare naturalezza nelle vicende, e a far crescere un innegabile e palpabile tensione.

I personaggi sono ben costruiti e ricchi di umanità e difetti, i dialoghi taglienti e appassionanti, le descrizioni sincere ed efficaci. Una narrazione realistica e cinematografica fa si che si sia catapultati nel bel mezzo delle indagini, che risultano splendidamente descritte e fortemente credibili, anche per un addetto ai lavori. Il che ha fatto si che i romanzi di Hurley si siano prepotentemente imposti all’attenzione anche dei lettori più esigenti e perspicaci.

Una lettura di grande spessore ed emozione. Un poliziesco deciso e sincero.

Un grande libro.