Colpito da un proiettile e svenuto proprio davanti alla casa dell’amica medico, mentre quest’ultima lo ricuce Markham ha un’esperienza pre-morte (near death experience, da cui il titolo): ma invece della solita luce o di musiche celestiali, l’uomo si ritrova davanti un esercito di persone che gli punta il dito contro, rinfacciandogli di averle uccise. Sì, perché Markham è un assassino di lunga data, il migliore in circolazione, ed ora è il momento di fare i conti con la propria coscienza.

Scritto da Jay Faerber e disegnato dal nostro Simone Guglielmini, questo primo volume di Near Death - presentato in Italia da GP Publishing e che raccoglie le prime cinque uscite originali - ci presenta un personaggio che riesce ad essere tanto familiare quanto inedito.

   

Markham è un killer professionista, al soldo del miglior offerente, quindi non ci si aspetta da lui una elevata fibra morale; con l’unica persona al mondo che gli è amica - la dottoressa Sutton, che lo ricuce con una passione che travalica la semplice amicizia - non riesce ad essere altro che freddo e distaccato. Diciamolo, Markham non è una bella persona.

Ma ora la sua esperienza pre-morte lo ha messo di fronte ad un fatto ineluttabile: anche lui morirà, questo è ovvio, e se “dall’altra parte” dovrà fare i conti con ciò che ha fatto in vita? Se qualcuno verrà a rinfacciargli tutti i suoi omicidi, come si regolerà?

Il nostro protagonista non è né un filosofo né un teologo, non pensa nemmeno per un attimo all’elemento divino ma riduce tutto ad una più pratica e gestibile questione di numeri: ad una mera questione di convenienza. Se per ogni persona che ho ucciso, si dice Markham, ne salvo un’altra, alla fine magari il conto andrà pari... È un ragionamento quasi istintivo, da predatore che sente i rimorsi per le prede uccise e non sa come gestirli, ma dà il via ad una storia davvero particolare, per nulla scontata e che riserva più di una sorpresa.

Assistiamo infatti ad una particolarissima Legge di Markham, anzi ad una sua Giustizia che non è affatto scritta sulla pietra o sul marmo: è una libera interpretazione delle vicende contingenti in cui il nostro protagonista si ritrova invischiato. L’unica costante è che ora l’“assassino di pietra” dovrà diventare un salvatore... anche se a tutto c’è un limite, e non si può proprio chiedere ad un lupo di dormire con l’agnello!

    

Cinque storie - in realtà tutte legate a filo doppio - che ci guidano in questa “nuova vita” di un vecchio killer, in questa versione sporca e noir di un percorso di salvezza che porta dappertutto tranne che in Paradiso.

Una storia scritta con mano ferma e sicura, senza alcuna sbavatura, che tradiscono la grande passione dello sceneggiatore per le storie di nero metropolitano oltre che di “guerre di killer”.

Il tratto di Simone Guglielmini è impagabile e indimenticabile e rende alla perfezione un personaggio che, in mano ad un altro disegnatore, sarebbe rimasto bidimensionale: il disegnatore fiorentino lo rende pura essenza nera, uno schizzo di sangue sulla parete sporca della società: una goccia di fango che sogna di diventare acqua santa.