Dopo Eymerich, crudele inquisitore, Valerio Evangelisti ci regala un nuovo, come dire, "cattivo" di cui seguire le gesta: Eddie Florio, di professione spia, sindacalista corrotto e gangster con turbe sessuali. Altro che "cattivo", si direbbe proprio un bastardo.

Noi saremo tutto attraversa idealmente gli ultimi ottanta anni di storia americana, concentrandosi soprattutto sul periodo che va dagli anni Trenta al Maccartismo.

Non di certo una cosa facile, nell’impresa Evangelisti avrebbe potuto rompercisi le ossa, data la vastità del tema trattato. A ogni modo, lo scrittore bolognese, avendo alle spalle una solida esperienza accademica, non delude.

Un romanzo, a detta dello stesso autore, che non ha pretese storiografiche ma che è frutto di un accurato lavoro di ricerca e studio. E si vede, non solo per la folta bibliografia allegata, ma soprattutto per la puntigliosa ricostruzione degli ambienti, dei personaggi (molti, tra cui lo stesso Florio, esistiti veramente), delle logiche politiche.

La Storia americana non è solo indiani, cowboy e guerre d’indipendenza e secessione, è molto più complessa e controversa, è altro rispetto al gangsterismo romantico del Padrino e degli Intoccabili, fatto di uomini d’onore e poliziotti ligi al dovere. La realtà di quegli anni era un mix di potere politico ed economico, di potenziale bellico, di manipolazione.

E il mondo di oggi?