4 febbraio: La fine del mondo secondo Nerozzi

La saga horror di Gianfranco Nerozzi inaugurata con "Genia" prosegue nel recente Resurrectum (Flaccovio) un'inquietante volume che l'autore emiliano presenterà sabato 4 febbraio a Tutti i colori del gialloinsieme ai cantautori Lucio Morelli e Paola Turci con un'insolito reading che proporrà estratti dal libro e canzoni. Una performance che avrà come tema dominante la paura. Ma qual'è la trama del misteriosissimo romanzo Resurrectum? Eccola in breve: Montagna Sacra, Arizona. Un team di astronomi gesuiti riceve dei segnali da una cometa: una trasmissione radio del 1939 con la voce di Hitler a un raduno nazista di massa e spirali di colore che forse celano un messaggio digitale. La formula crittografica delle proporzioni divine permette di tradurre quei segnali in un codice genetico speciale: un DNA che non sembra umano. Lo stesso rilevato nella Sacra Sindone e di cui il Vaticano non ha mai parlato. Lo stesso di una ragazzina vittima di uno stupro. Che cosa lega questo scuro messaggio ai disegni apocalittici rinvenuti in un cimitero di neonati decapitati? Cos'è l'antico crittogramma scoperto da un prete esorcista tra le macerie di Megiddo, dove avrà luogo la battaglia finale fra il bene e il male?

5 febbraio: La rivoluzione Messicana raccontata da Evangelisti

Nel centro del mirino della puntata di domenica 5 febbraio di Tutti i colori del giallo c'è Valerio Evangelisti il "papà" dell'Inquisitore Eymerich che (dopo l'esperienza noir di Noi saremo tutto) con il suo più recente libro Il collare di fuoco (Mondadori) ripercorre la formazione del Messico come stato moderno in un romanzo storico di ampio respiro.  Evangelisti aveva già mostrato una predilezione per il mondo della Frontiera nelle opere dedicate al pistolero-stregone Pantera (potete recuperarle nei volumi Antracite, Black Flag e Metallo Urlante), e le vicende de Il collare di fuoco iniziano epopea nel 1859, quando un possidente messicano, Juan Nepomuceno Cortina, guida in Texas una vera e propria rivolta. Al centro delle sue rivendicazioni c'è il riconoscimento del diritto di proprietà terriera dei suoi connazionali, che hanno letteralmente dovuto cedere ai texani i loro possedimenti, subendo incredibili discriminazioni. Questa piccola rivolta locale dà la possibilità a Evangelisti di evocare una successione di accadimenti che segneranno per sempre il volto di quell'angolo d'America: la lotta di Benito Juárez contro Massimiliano d'Austria, la dittatura di Porfirio Díaz, la modernizzazione forzata del Messico, le rivolte contadine, le stragi e le deportazioni di indigeni. Il collare di fuoco si ferma al 1890, anno in cui Porfirio Díaz proclama ufficialmente che "il Paese si è da tempo avviato sulla via della laboriosità e del progresso. Ora si tratta soltanto di completare l'opera, uniti e solidali sotto la bandiera della patria." Díaz sosteneva altresì che, chiusa per sempre  l'epoca delle violenze e delle rivolte, sarebbe iniziata per il Messico "una nuova era: quella del benessere e della vera libertà". Lo scrittore emiliano ha intenzione di raccontarci in un successivo romanzo (previsto per l'anno prossimo e intitolato Il collare spezzato) quanto Diaz si fosse sbagliato nelle sue affermazioni. Filo conduttore di queste due opere è, come anticipa lo stesso Evangelisti, "il rapporto contraddittorio, di odio e amore, tra Messico e Stati Uniti, ma anche il lento formarsi di un'identità nazionale e di una cultura unitaria adatta a darle espressione".