Ciack, azione!...

Drive di James Sallis, Giano 2011.

In una stanza di un motel vicino a Phoenix tre cadaveri, tre morti uccisi in un lago di sangue. A Driver, che non c’entra nulla, non resta che svignarsela con una brutta ferita ad una spalla. I suoi complici lo sapevano e glielo aveva detto chiaro e tondo, non voglio essere immischiato, io guido e basta. E come guida! Il più bravo tra gli stuntman di Hollywood, inserito in questo mondo sfavillante dal grande Shannon che lo aveva preso sotto le sue ali.

Per arrotondare, e per passione pure, qualche lavoretto sporco al servizio di qualche banda di malfattori. Ora si ritrova una taglia sulla testa e duecentocinquantamila dollari che scottano fra le mani. C'è chi lo vuole fermo e irrigidito, così è costretto a continui cambiamenti di abitazione, a girare in lungo e in largo per l’Arizona con la sua vecchia Dodge, a difendersi e uccidere.

E in questa continua, ininterrotta corsa ecco spuntare i ricordi: lo sfruttamento del padre quando era un ragazzetto per svaligiare case e negozi, la “vendetta” di una madre stranita che uccide all’improvviso il marito con un paio di coltelli da cucina. Qualche buona mangiata, diverse bevute, la TV, le sue acrobazie automobilistiche, gli applausi della troupe, pochi rapporti umani, l’occhio pronto a cogliere il pericolo, la mano pronta a colpire. Non c’è spazio per amore e passione e se c’è lo spazio è piccolo, piccolo. Ma il buon cuore non manca.

Di quello che succede intorno a lui, le cose del mondo, voglio dire, nada de nada. Poche parole come libertà, liberazione e democrazia che gli scivolano addosso sputate dagli altri. Ricordi del Vietnam di un tizio scampato alla morte.

C’è nell’aria, al di là del frenetico movimento, un grigiore, una malinconia di fondo che ti spezza il cuore. Con una scrittura semplice, scarna e nitida, senza sforzo apparente.

La vita è così. Panta rei. Tutto scorre. Va via veloce come le auto che guida con superba maestria il nostro inimitabile Driver.