Tempi grigi anche al cinema, la scelta dei film è drasticamente ridotta, le commedie-pandoro e i prodotti in 3D per ragazzi la fanno da padrone e chi è abituato ad andare al cinema tutto l’anno in questi giorni deve cedere la poltrona a quelli che non ci vanno mai e che si muovono in branchi con secchi di popcorn e tinozze di Coca Cola. 

Poco male, perché La Schermitrice predilige il primo spettacolo pomeridiano infrasettimanale e non festivo, dove, quando non è l’unica utente (come è successo per il godibile Scialla), non si contano mai più di 4 o 5 spettatori, come è capitato per Drive e TINTIN

E proprio alla visione di questi film, per ben due volte di seguito, le è capitato di sedere nella fila dietro al famigerato uomo di polso. Un tizio per nulla interessato al film, che approfitta del buio in sala per fare ben altro e per tediare le scarse spettatrici con una poltrona sussultante e occhiate sbiscianti nel tentativo di catturarne l’attenzione. Riuscendoci purtroppo benissimo. 

Il breve intervallo a luci accese non serve a dissuadere il brav’uomo, ma gli concede lo spazio per una riallacciata di calzoni e una rinfrescatina in bagno prima di riprendere le attività sussultorie. Riconosciuto a distanza di una settimana alla proiezione di Tintin, La Schermitrice, si è accomodata esattamente alle sue spalle rendendogli difficoltoso il guardarsi alle spalle e spingendo il nostro eroe a proseguire le attività ricreative altrove. Vabbé. 

Le idi di marzo diretto da Clooney. Film patinato ed elegante su corruzioni e scandali già visti. Interessante, ma di pacati entusiasmi, cattura fino alla fine (nell’attesa di colpi di scena che non arrivano) senza mai appassionare veramente. 

Si esce un po’ freddini, complice probabilmente anche la cronica mancanza di riscaldamento nella sala 7 del multisala, dove tutti gli anni, neanche a farlo apposta, proiettano i film con Clooney.

Le Idi di marzo – USA 2011 – 101’ 

Regia: George Clooney 

Con: Ryan Gosling, George Clooney, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei. 

Stephen Meyers è un giovanissimo esperto in comunicazione al servizio del candidato Mike Morris per la campagna alle primarie presidenziali del Partito Democratico negli Stati Uniti. 

Il governatore Mike Morris, seppur partito svantaggiato in questa competizione, ha fascino da vendere e si richiama ai più profondi valori della Costituzione americana. 

Stephen, avrà modo di scoprirne progressivamente il lato oscuro. 

Un romanzo di formazione ispirato a un testo teatrale di Beau Willimon. 

Fin troppo sincopato ed esplosivo invece questo secondo episodio di SHERLOCK HOLMES di Guy Ritchie. L’eccesso di travestimenti, scazzottate, scoppi ed effetti speciali leva ogni mordente alla storia ormai sempre più simile agli ultimi 007 e Mission Impossible, per di più appesantita da troppi avanti e indietro temporali, lenti e veloci, che trascinano man mano i pochi spettatori maggiori di 14 anni in un lento torpore. 

La Schermitrice dopo aver resistito una buona mezz’ora ha infatti ceduto a un buon sonno ristoratore… 

Sherlock HolmesGioco d’ombre – USA 2011 – 129’

Regia: Guy Ritchie

Con: Robert Downey Jr., Jude Law, Noomi Rapace, Stephen Fry, Jared Harris.

L’Europa è investita da un’ondata di scandali, omicidi e bombe, frutto della mente criminale del Professor Moriarty, uomo acuto e privo di scrupoli. Sherlock Holmes investiga, strappando Watson alla sua luna di miele con Mary per trascinarlo a Parigi, in Germania e in Svizzera.

La posta in gioco potrebbe addirittura cambiare il corso della Storia.

Una nuova avventura ricca di flashforward per il nostro investigatore tramutato da Guy Ritchie in un infernale macchina da guerra…

Basato sul romanzo omonimo di James Sallis, Drive, è stato presentato senza troppi echi allo scorso Festival di Cannes Raramente si incontra un tale misto di efferatezza e ingenuità in un unico personaggio.

La prima esalta lo spettatore, la seconda gli rende la storia un po’ posticcia.

Peccato, perché gli inizi con l’abile driver, meccanico-stuntmen-autista per rapine acchiappa molto, ma poi?

Passi che il nostro eroe s’innamora di una sciacquetta malmaritata e con prole e che per amor suo arrivi ad aiutare il rivale in una rapina pur di toglierlo dai guai, ma le ingenuità per un uno come lui, che sa anche uccidere a mani nude, si accumulano finendo col convincere pochissimo…

Drive - USA 2011 – 95’

Regia: Nicolas Winding Refn.

Con: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Bryan Cranston, Albert Brooks, Ron Perlman.

Drive uomo senza nome, è un esperto meccanico in una piccola officina, un abile stuntmen per riprese automobilistiche e un autista per rapinatori a cui garantisce fughe a tempo di record.

Gli si prospetterebbe anche l’opportunità di correre in circuiti professionistici, ma le cose non vanno nel verso giusto. Si innamora della vicina di casa, Irene e si affeziona al figlioletto, Benicio, e per proteggerli si offre di aiutare il marito, Standard, appena uscito dal carcere, in una rapina che non andrà come previsto...

Più storie tratte dal famoso fumetto di Hergé convergono in una sola e Spielberg può trasformare il suo Tintin in un Indiana Jones. Un film bello visivamente che fa anche sorridere in due o tre occasioni, ma che si lascia dimenticare quasi subito.

Una domanda sorge spontanea, dopo l’insipido Polar Express di Zemeckis varrà ancora la pena di continuare a catturare le performance di attori veri per deformargli le sembianze in cartone animato? Finiremo col scoprirlo nei prossimi due episodi diretti da Peter Jackson.

Ha però il pregio di far venir voglia di dare un’occhiata ai fumetti originali, disegnati splendidamente e colorati benissimo, in biblioteca (dove, grazie al film, sono diventati quasi introvabili).

Tin Tin – Il segreto dell’unicorno - USA, Nuova Zelanda, Belgio 2011 – 107’

Regia: Steven Spielberg

Con: Jamie Bell, Andy Serkis, Daniel Craig, Simon Pegg, Nick Frost.

Tintin è un giovanissimo reporter col vizio dell’investigazione che non disdegna di passeggiare per mercatini alla ricerca di modellini di navi che nascondono segreti. Segreti che l'infido Sakharine vorrà sottrargli a tutti i costi senza esclusione di mezzi.

A difenderlo e affiancarlo ci saranno l’impavido Fox terrier bianco Milù e i maldestri poliziotti Dupond e Dupont.

Sulle tracce del ladro del prezioso veliero, Tintin, finirà prigioniero sul cargo dell’ubriacone Capitan Haddock prima di ficcarsi in una nuova mirabolante avventura…

This must be in the place Il testo della canzone dei Talking Heads dà il titolo e la fa da padrone in una delle scene più intense del film, rappresentando una sorta di sintesi dell’opera.

E’ un film che può lasciare perplessi ma non indifferenti, interpretato da un magnifico Sean Penn e dal suo inseparabile trolley.

Unico dilemma per chi l’ha visto: chi è la donna che accoglie il ritorno dell’eroe finalmente maturato alla fine del film? La madre? La sorella? Una vecchia fan da cui il nostro Edward Manidiforbice/Cheyenne/John Smith ha avuto pure due figli?

Non lo sapremo mai.

This must be the place - Italia, Francia, Irlanda 2011 – 118’

Regia: Paolo Sorrentino

Con: Sean Penn, Frances McDormand, Eve Hewson, Harry Dean Stanton, Joyce Van Patten.

L’ultracinquantenne Cheyenne, rockstar in pensione, vive agiatamente grazie alle royalties con la moglie Jane (vigile del fuoco) a Dublino, e continua a vestirsi e truccarsi come quando saliva sul palcoscenico,. La morte del padre con cui aveva tagliato i ponti da anni lo spinge a tornare a New York sulle tracce della sua ossessione di vendicarsi di un’antica umiliazione subita da ragazzo nei campi di concentramento.

Cheyenne deciderà di proseguire la ricerca dell’aguzzino del padre dal punto in cui il genitore è stato costretto ad abbandonarla intraprendendo un viaggio attraverso gli Stati Uniti.

Che il Flashforward sia con voi!