La trama di Interno Argentino: Quando riceve dall’Argentina la notizia che l’ultimo affittuario del suo appartamento di Buenos Aires è morto d’infarto proprio in casa sua, Nico sente l’impulso di tornare dopo anni d’assenza nella città dove ha lavorato e vissuto prima di fuggirne alla vigilia della Guerra sporca. Le prime persecuzioni politiche erano state non la causa, bensì l’alibi della sua partenza improvvisa: ciò da cui Nico era scappato davvero era l’amore. Sidney, la bella bionda intensa Sidney, la donna che aveva strappato con facilità dalle braccia del marito per stringerla fra le sue, dopo quattro anni glielo aveva letto negli occhi che era finita, ma aveva distolto lo sguardo. Perché, se lui una mattina si era svegliato scoprendo di non amarla più, lei invece lo sentiva più che mai al centro del proprio cuore, della propria vita. E Nico, partendo, non aveva avuto il coraggio di dirle la verità: meglio raccontarle che era in pericolo, meglio lasciarsi rimpiangere che farsi odiare.

Ora, riaprendo la porta dell’appartamento di calle Eduardo Costa e sentendo risuonare nella memoria l’esclamazione disperata di Sidney – «Oh God! Qué voy a hacer yo?» –, Nico scoperchia il vaso dei ricordi e comincia a intesserli con mille indizi e supposizioni. In un viaggio dell’anima che è anche una confessione, ripercorre con l’immaginazione i mesi e gli anni che Sidney ha trascorso senza di lui, dopo di lui. Seguendo la rotta della disperazione, costeggiando il vuoto, l’agonia, la rabbia, la disillusione, lo sconforto e la pena della fine di un amore assoluto, approda al come e perché Sidney sia morta e, inconsapevolmente, prepara il terreno alla propria espiazione.

Lei è stato inviato speciale per l’Europeo, ha viaggiato in tutto il mondo e ha vissuto in America latina: perché la scelta dell’Argentina?

Ho scelto l’Argentina come materiale romanzesco perché ci ho vissuto sette anni di seguito e vi ho fatto molte esperienze. Non necessariamente le stesse esperienze raccontate nel romanzo. Infatti in Argentina e in particolare a Buenos Aires ho vissuto dall’inizio del 1951 alla fine del 1957 dunque quasi venti anni prima della dittatura militare che non ho conosciuto. Comunque le esperienze fatte sono state così intense e complesse da spingermi a scrivere un romanzo che sta fra realtà e fantasia.

Cosa le è rimasto maggiormente del suo soggiorno argentino?

Il ricordo dell’immensità dello spazio. Potrà avere molti problemi politici ed economici, l’Argentina, ma lo spazio fisico (che poi è anche spazio psicologico) le rimarrà sempre come un patrimonio inalienabile.

Il tema dell’addio e delle verità non dette sono in qualche modo il leitmotiv dell’unione oltre la separazione tra Nico e Sidney. Le bugie o le omissioni costringono sempre a una revisione dei conti, oltre il tempo e oltre la morte?

Un atto di viltà commesso in una storia d’amore può produrre un rimorso che dura tutta la vita e mantiene vivo il legame. Nico ritorna in Argentina molti anni dopo la morte di Sidney, ma senza sapere esattamente perché. La verità del suo viaggio la scopre quando all’aeroporto di Buenos Aires gli pongono la domanda rituale: “che cosa è venuto a fare in Argentina ?” La risposta gli viene spontanea, senza calcolo “Sono venuto a cercare castigo”.

 

Nico aveva nascosto la sua scusa dietro alla situazione politica argentina. Aveva detto di essere stato minacciato e di rischiare la vita. In realtà voleva solo fuggire da Sidney. Perché la scelta dell’alibi?

La sua scelta è dettata dalle circostanze che rendevano plausibili le sue false ragioni e soprattutto dall’incapacità di dire a Sidney che non l’amava più. Ma la sua coscienza continua a tormentarlo e quando arriva a Buenos Aires non gli rimane che trasformare in verità la bugia che ha raccontato per liberarsi di Sidney. In sostanza si fa uccidere dalle squadre della morte argentine.

Lei ha pubblicato numerosi romanzi. Quali sono i suoi ferri del mestiere, quando scrive?

Fantasia e capacità razionale di organizzarla. Costante sorveglianza della scrittura affinchè non cada o scivoli nei luoghi comuni. Decisione radicale di tenermi lontano dalle mode quali che esse siano.

Lei è veneziano. In cosa si sente veneziano e in cosa si sente cosmopolita?

Mi sento come un veneziano cosmopolita del ‘700, come Canaletto, Casanova etc …

Ha sceneggiato fumetti e ha collaborato con Hugo Pratt. Cosa risponde a coloro che considerano il fumetto un genere di seconda categoria?

Credo che nessuno più sostenga che il fumetto è un genere minore. Se c’è, sono fatti suoi.

Progetti?

Ho due libri nuovi già finiti e un terzo in cantiere.

Ci saluta con una citazione da “Interno argentino”?

"Non ci rivedremo mai più, vero?”

“No.”

“L’ho sempre saputo, sai …”