I thriller che arrivano dal freddo nord dell'Europa sono ormai una certezza di ottimi romanzi e ormai da vari anni troviamo nelle librerie sempre più romanzi provenienti dalla Svezia, dalla Norvegia e dintorni ma non dobbiamo dimenticare la lontana e fredda Islanda e il suo scrittore Arnaldur Indridason di cui la Guanda Editore invia ora in libreria il suo quinto romanzo dal titolo Un grande gelo (Vetrarborgin, 2005).

Anche questo fa parte della serie dedicata al commissario Erlendur Sveinsson. Una figura, quella di Sveinsson, molto ben descritta, un poliziotto dai modi spicci, quasi un duro, sembra insensibile alle vicende degli altri, ma poi si scopre che non è così. Molte ben delineate sono anche le figure dei suoi collaboratori e nei suoi romanzi l'autore da modo al lettore di scoprire le virtù e i "vizi" della società islandese.

Si può affermare che i suoi thriller sono originali e intelligenti, incentrati in modo particolare sulle personalità dei protagonisti. In patria ottengono un successo crescente e anche nel nostro paesi gli estimatori aumentano in maniera sempre crescente.

Arnaldur Indridason è nato nel 1961 a Reykjavik, dove ha sempre vissuto. Si è dedicato alla scrittura, sia di romanzi che di sceneggiature,

L'autore
L'autore
dopo aver lavorato come giornalista e critico cinematografico per la maggiore testata islandese, il «Morgunblaòiò». Ha iniziato la sua carriera di scrittore nel 1997 pubblicando il primo romanzo della serie dedicata al commissario Sveinsson. Ha vinto numerosi premi, fra i quali Glasnyckeln e Gold Dagger.

Vive a Reykjavík, è sposato e ha tre figli.

Guanda ha pubblicato Sotto la città, La signora in verde, La vo­ce e Un corpo nel lago.

In una Reykjavik avvolta nella coltre di un inverno che sembra il più freddo di sempre, l'agente Erlendur Sveinsson af­fronta un caso che lo costringe a con­frontarsi con i fantasmi di quel passato che lo tormenta da una vita. La morte di Elias, dieci anni, madre thailandese e pa­dre islandese, trovato accoltellato in mezzo alla neve in un giardino, lo tocca nel profondo. Non è solo l'ennesimo omicidio su cui investigare, è una vicen­da che alimenta in lui l'angoscia per quel fratello perso da piccolo nella brughiera nel pieno di una bufera... Non c'è tem­po, però, di abbandonarsi ai ricordi dolo­rosi: il burbero poliziotto e la sua squa­dra iniziano un delicato lavoro di indagi­ne. Il fratellastro di Elias è scomparso: sarà implicato nella morte del piccolo o semplicemente teme per la propria vita? Da colloqui e interrogatori a compagni e insegnanti a poco a poco emerge una realtà di tensioni razziali e di scontento fino ad allora nascosta sotto la superficie dell'immagine liberale e multiculturale che l'Islanda si vanta di avete. Nessuna pista viene trascurata, dalle bande neo­naziste allo spaccio di droga, alla pedofi­lia, ma la verità è molto più semplice... Arnaldur Indriòason dà corpo alla bana­lità del male con occhio disincantato, ma comprendendo fin troppo bene la soffe­renza delle persone, che, insieme alla tensione del noir, riesce a trasmettere con un'empatia in grado di mitigare un gelo ancora più tagliente di quello della notte artica.

Un grande gelo di Arnaldur Indridason (Vetrarborgin, 2005) - Traduzione Silvia Cosimini, Ugo Guanda Editore, collana Narratori della Fenice, pagg. 300, euro 17,00 - ISBN 978-88-6088-914-0