Se ritenete che alla misura narrativa del “romanzo breve” non venga dato abbastanza spazio editoriale; se credete negli autori italiani; se vi piacciono le storie intense, noir ma non solo... allora di certo apprezzate, o apprezzereste, Babele Suite, la collana edita da Perdisa Pop e curata da Luigi Bernardi.

Vari gli autori già presenti in Babele Suite: Giancarlo Narciso, Alfredo Colitto, Barbara Baraldi, Loriano Macchiavelli, Danilo Arona, Rosario Palazzolo, Patrick Fogli, Alessandro Zannoni, Elisabetta Bucciarelli, Piergiorgio Di Cara e Angelo Marenzana. Una squadra di tutto rispetto, alla quale si aggiunge oggi un altro ottimo scrittore, Stefano Di Marino, elemento di punta della spy fiction, dell’avventura di ogni genere e del “nero d’azione” nazionali.

Per l’occasione, Di Marino mette in campo il suo personaggio più fortunato e amato, quel Chance Renard che, in edicola come in libreria, è da quattordici anni protagonista di una serie di successo, firmata con lo pseudonimo di Stephen Gunn: il Professionista.

Ma, lasciatevelo dire da chi segue la carriera di questo scrittore sin dagli esordi, questo di Pietrafredda è un episodio della vita di Renard che non lascerà indifferenti né i lettori di vecchia data del Professionista, né chi avrà l’opportunità di conoscere Di Marino per la prima volta con questo romanzo breve, che è, al solito, ricco di ambientazioni  vivide, ma con un’atmosfera greve e ancor più tesa, resa profondamente personale dalla narrazione in prima persona.

Si tratta, non per la prima volta nella produzione dimariniana, di una storia di vendetta. Ma questa è una vendetta particolarmente dovuta per Chance Renard, perché il dolore che l’ha originata è come una gelida lapide che grava sull’anima. Solo chiudendo i conti con colui che ha fatto ammazzare Lana, la donna che Renard aveva amato forse più di ogni altra, il peso di quella “pietra fredda” potrebbe diventare accettabile.

Abbiamo posto tre domande a Stefano Di Marino...

Pietrafredda ha per protagonista Chance Renard, il Professionista. Ma è senz'altro una storia sui generis, sia di per sé che rispetto alla serie pubblicata per Segretissimo...

Da anni ho deciso che il Professionista non sia una serie a formato chiuso, relegato ai canoni narrativi e formali di segretissimo. Per la verità, la serie ha subito una decisa sterzata nei contenuti dopo l'episodio Gangland che ha aperto un 'filone italiano' più noir e crepuscolare  rispetto agli episodi precedenti. Questo perché il mio percorso personale come autore mi suggeriva  di intraprendere anche questa strada e il Professionista, essendo libero da vincoli, è un personaggio-contenitore che si presta a diversi tipi di avventure. Un po' anche perché negli ultimi dieci anni la situazione internazionale è cambiata talmente tante volte che non è più possibile immaginare la spy story secondo criteri  troppo rigidi. Oltre a ciò ho sempre scritto in formati e lunghezze differenti. Ne sono un esempio il racconto Rififi a Pigalle, che inizialmente è stato pubblicato a puntate su una rivista popolare come Cronaca vera per essere ripreso poi da Segretissimo, e Taglio di diamanti che è in effetti una specie di saggio in forma di racconto scritto per commentare Il traffico di diamanti di Fleming e aggiornarne i contenuti dagli anni 50 a oggi (il volume è stato pubblicato da Alacran). Pietrafredda cambia persona e tempi narrativi (prima persona al presente, formula parzialmente adottata anche per il racconto I lupi muoiono in silenzio su Anime nere, Mondadori) e prende le mosse proprio dagli avvenimenti di Rififi a Pigalle. Però è anche una storia a sé, autonoma, molto personale. Non è una spy story. Un po' è una vicenda di gangster alla Le Breton o alla Josè Giovanni se vogliamo, con una componente sentimentale noir abbastanza marcata. Dal Professionista aspettatevi di tutto... Con le edizioni BD per esempio stiamo lavorando a un episodio a fumetti.

Per ogni autore, nella propria produzione narrativa ci sono testi più "sentiti" di altri. E' il caso anche di Pietrafredda?

Assolutamente sì. E' la storia di un vecchio soldato, una pellaccia. Racconta come un uomo di 45 anni non dovrebbe innamorarsi di una ragazza di 25, soprattutto se fa la spogliarellista. Poi c'è la 'mia' Parigi, quella delle palestre di thai boxing, della Banlieue, dei 'duristi' ma anche dei film di Marchall. Sì, decisamente una storia a cui tengo moltissimo.

Qualche parola sulla collana Babele Suite?

Idea intelligente realizzata con abilità. Di meno non mi aspettavo da Luigi Bernardi con cui avevo lavorato ai tempi di Granata press sia per i fumetti che per un libro (Giungla mortale, che poi è uscito in una versione più lunga e parzialmente diversa con il titolo Il Luparo nella raccolta Professional Gun). Le illustrazioni di Catacchio sono  un forte elemento di attrazione e riconoscibilità. Ci tenevo molto a partecipare e quando ne abbiamo parlato con Luigi mi sono messo subito al lavoro. E poi c'era già metà  della 'squadra'. Barbara, Jack, Alfredo, Angelo e altri... Non volevo proprio mancare...

Prima di chiudere, segnaliamo con piacere un bel booktrailer del libro, disponibile su YouTube: http://www.youtube.com/watch?v=yJcV1_AJ9dk

Stefano Di Marino – Pietrafredda. Collana Babele Suite, PerdisaPop. Pag. 128. Euro 9,00.

E per chi non si accontenta mai, ecco anche il link alla recensione a cura di Marilù Oliva libri/8077