Potete ancora trovare in edicola Il Professionista Story - l’antologia definitiva delle avventure di Chance Renard in ordine cronologico - e in attesa del nuovo numero di settembre non resta che gustare la quarta ed ultima puntata del racconto che Stefano Di Marino, nelle vesti di Stephen Gunn, regala ai lettori di ThrillerMagazine.

Pantani d’inferno non è mai stato raccolto in volume, ed è possibile leggerlo (a puntate) solamente qui.

L’avventura del longevo e prolifico protagonista giunge al termine, ma chi si fosse perso le precedenti puntate può provvedere andando a questi link: prima puntata (racconti/12655/), seconda puntata (racconti/12656/) e terza puntata (racconti/12657/).

  

QUARTA ED ULTIMA PUNTATA

  

Stanotte

 

Voi pensate che io sia pazzo. Avete ragione. Altrimenti io non farei questo lavoro e voi non sareste lì, curiosi di sapere come va a finire la storia, ma intimamente sollevati di non doverla vivere. Non è un problema. In uno scontro a fuoco la canna della pistola ti fissa come un occhio feroce. Alle narici arriva l’odore dei lubrificanti surriscaldati. Nei timpani picchiano gli scatti dei meccanismi automatici. Alla maggior parte delle persone si sciolgono le budella. Per me è solo una serie di atti. Gesti da compiere e movimenti da evitare. Può sembrare che io sia più veloce o preciso degli altri, ma non è vero. La realtà è che non mi distraggo. Tutto è molto semplice. Quando si comincia, vai diritto sul bersaglio e la faccenda si sbriga in pochi minuti. Non è assicurato uscirne vivi anche se uno fa le mosse corrette nei tempi e nei modi adeguati. Ehi, di cose che possono andare per il verso sbagliato ne succedono a migliaia... Non ci penso molto, in verità. È la natura del lavoro a invocare la pazzia. Con la pistola si compra anche la follia di chi la impugna. Bisogna accettarlo. Non tutti hanno la capacità di vivere così. È una cosa con cui si nasce, non è una camicia che quando sei stanco te la levi e ne metti una nuova. Più una pelle. Ci nasci dentro.

  

Per continuare a leggere, ecco il link: racconti/12658/