Un giallo storico a quattro mani… 

Non bastava un giallo a due mani. Ora anche a quattro. A volte se ne sentisse la mancanza. Ma tant’è. Il giallo va di moda e bisogna succiarselo (non ci fate caso che mi lamento sempre). Vediamo un po’ che cosa hanno combinato questi due ragazzi (per me il termine “ragazzo/a comprende uomini e donne fino a cinquanta anni suonati). I due ragazzi in questione sono Maria Cristina Aggio e Nazareno Valente, il libro Il risveglio dei Palici, editrice Odissea Mystery 2009. Aggiungo vincitore della prima edizione del premio Thriller Magazine (vista la composizione della giuria non è poco).

Si parte con la liberazione di un prigioniero dalle Latomie, cave di pietra usate come carceri, si continua con la spiegazione del fallimento della spedizione di Alcibiade contro Siracusa avvenuta tra il 414 e il 413 a.C. Presagi funesti: l’eclissi di luna, la mutilazione delle erme e dunque un tradimento durante la battaglia del fiume Assinaros dove furono uccisi molti soldati ateniesi. Arrivano bigliettini con la minaccia di morte per i traditori da eseguirsi entro l’Asinaria, cioè la festa istituita dai Siracusani proprio in ricordo della disfatta degli ateniesi sul fiume sopra citato. E i morti ammazzati incominciano a venire…(sono quasi un’ecatombe). Frammento dorato di lamina vicino ai loro corpi.

Chi può essere il vendicatore? Uno degli scampati al macello, l’uomo liberato dalle latomie  o addirittura uno dei traditori che vuole impossessarsi di qualcosa per cui stanno ancora insieme? (diciamo pure che è un tesoro). Ma si tratta solo di vendetta o c’entra di mezzo qualche altro sentimento?

Ad indagare la caria Mnesarete, medico venuto da Atene a Siracusa per parlare con colui che tutti ritenevano successore del grande Ippocrate. Ferma, composta, risoluta, innamorata del giovane Fileo dato per morto in battaglia. Suo spasimante il logografgo  Sombrothidas, sua schiava Erice, una specie di indovina che “sente” avvicinarsi gli eventi nefasti e il risveglio terribile dei Fratelli Palici “divini signori degli antichi Siculi” (da qui il titolo del libro).

Questa Mnesarete non è mica male con i suoi capelli corvini “ondulati e lunghissimi” e dalle forme “morbide e flessuose”. Occhi scuri, vivida intelligenza, notevole capacità dialettica e di osservazione sarà lei che, novella Poirot, alla fine svelerà le trame complesse degli omicidi.   Schema certo non nuovo ed originale quello del “ti avverto e poi ti fo fuori” ma impeccabile nella sua costruzione, prosa essenziale senza troppe sbavature, precisa, ricca di riferimenti storici, efficace nel disegnare i caratteri. In terza persona e in prima persona quando a raccontare gli eventi o a esprimere i suoi intenti è l’assassino. Amalgama ben riuscito tra l’ambientazione storica, gli spunti sulla società del tempo e il lato prettamente poliziesco.

Bravi ragazzi!