Lunedì 7 marzo è riapparsa su ReteQuattro la serie Siska, giunta ormai alla sesta stagione. Come molti appassionati dei polizieschi tv e di quelli tedeschi in particolare (ai quali consiglio vivamente l’informatissimo e imperdibile sito digilander.libero.it/krimiserie) sapranno, quando nel 1998 l’ispettore Derrick, dopo 281 episodi, gettò la spugna, il fecondo produttore bavarese Helmut Ringelmann si trovò col gravoso problema di sostituirlo possibilmente con identico successo.

La scelta cadde su un attore, Peter Kremer, che peraltro aveva partecipato a qualche puntata di Derrick seppure non come poliziotto, e su un personaggio, Peter Siska appunto, il cui cognome, nelle intenzioni di Ringelmann doveva risuonare in modo squillante nella memoria del telespettatore. Quasi come un colpo di pistola, diremmo noi.

In realtà lo standard degli episodi, trasmessi in Germania a partire dallo stesso 1998 rimase quello medio-alto della precedente produzione: investigatori ben affiatati (qui tre al posto della coppia Derrick-Klein: il commissario capo Siska e i suoi due colleghi Hahne e Wiegand, sostituito poi dopo 50 puntate); ambientazione bavarese dal punto di vista geografico e alto-borghese da quello sociale; molta psicologia e relativamente poca azione; un eroe abbastanza stropicciato (sempre con la barba lunga di qualche giorno), acuto nella professione quanto riservato e sfortunato in quella  privata (la serie esordisce infatti con la morte della moglie e con il suo trasferimento a Monaco).

Purtroppo in Italia Siska non ha avuto il successo che meritava: pur collocata in prima serata su ReteQuattro, non sempre è stata programmata con continuità e l’affetto del pubblico non ha mai raggiunto le vette dell’Ispettore Derrick.

Per di più, dopo “solo” 56 puntate, Peter Kremer nel 2003 ne ha avuto abbastanza e proprio nel primo episodio trasmesso lunedì 7, Uno sparo nella notte, (apparso in Italia a circa un anno e mezzo dalla programmazione in Germania) è stato opportunamente fatto morire. Bisogna subito dire che la fantasia degli sceneggiatori non è stata nell’occasione particolarmente brillante: episodio dal ritmo lento, protagonisti un po’ svogliati e un Siska inutilmente pensoso in attesa della fatale pallottola  sparatagli da un bimbo che intendeva difendere la madre da un arresto.

Un po’ più creativo è stato l’episodio successivo, Errori giudiziari, in cui c’è stato il cambio della guardia.

Si sa che nel mondo delle serie e delle soap-opera, specialmente quando le puntate raggiungono un numero ragguardevole, molto spesso qualche attore, stanco della routine quotidiana o attratto dal sogno di sfondare nel mondo del cinema, lascia. Le alternative in mano agli sceneggiatori non sono poi molte: quando non è chiaro se l’attore ritornerà sui suoi passi, si finge che il personaggio debba assentarsi per un qualsiasi motivo e lo si sostituisce, più o meno temporaneamente, con un altro di uguale spessore; si può anche mantenere lo stesso personaggio facendolo interpretare disinvoltamente da un altro attore, confidando nella cieca benevolenza del telespettatore; oppure si fa morire l’eroe di turno e, realisticamente (soprattutto nei telefilm polizieschi), gli subentra un nuovo collega.

Quest’ultima soluzione, già sperimentata in Germania nel passaggio dal commissario Köster al commissario Kress (in Italia sono approdati come protagonisti di due serie diverse, ma in realtà rappresentano due momenti successivi della stessa produzione, Der Alte), in Siska è stata riproposta con una novità: il nuovo dirigente della Squadra Omicidi è il fratello del precedente, Viktor Siska (l’attore Wolfgang Maria Bauer) che si avvale di un nuovo collaboratore, Lessmann, e del “vecchio” Hahne rimasto al suo posto.

Anche l’esordio del nuovo detective non è stato molto soddisfacente: gli sceneggiatori hanno cercato di collegare un po’ artigianalmente i fili spezzati dalla morte di Siska e per suggellare il passaggio non hanno trovato di meglio che spedire il nuovo commissario nella clinica dove era stato ricoverato il giovane assassino del fratello: una bella e commovente partitina a pallone sotto una pioggia battente tra i due e Peter Siska è stato definitivamente sepolto.

Che dire? La nuova stagione è partita in salita, il feeling dei nuovi attori col pubblico è tutto da ricreare: c’è solo da sperare nella collaudatissima macchina produttiva bavarese che dovrebbe essere in grado di assorbire bene il colpo.

Nel dubbio, benevoli, assolviamo. Ma Viktor Siska dovrà meritarsi la nostra fiducia.

 Voto 6