Licenziato dalla CIA perché alcolizzato, l’agente Osbourne Cox decide di scrivere le sue memorie. Ma il dischetto contenente le scottanti rivelazioni sugli affari sporchi dell’Agenzia, finisce nelle mani di Chad, uno sprovveduto istruttore di fitness. Aiutato da Linda, una sua collega decisa a ricorrere alla chirurgia plastica e per questo bisognosa di soldi, i due iniziano a ricattare Cox dando inizio ad una serie di eventi incontrollabili che coinvolgeranno anche la moglie di Cox ed Harry, il suo amante…

 

Dopo la lussuria dei quattro Oscar per No country for old men, i fratelli Coen, Ethan e Joel, tornano con Burn After Reading a quella che a conti fatti è la dimensione a loro più congeniale, quella grazie alla quale sono stati conosciuti ed amati, quella, tanto per intenderci, che in Fargo risultava già perfettamente codificata. Chiariamo: Burn After Reading non è il nuovo Fargo, tutto al più ne è una pallida imitazione in tono minore, eppure a conti fatti risulta in parte più convincente di quanto non fosse No country….

L’impressione che si tratti di una sorta di ritorno al passato, trova riscontro anche all’interno del film stesso, con la fine che si riallaccia all’inizio tornando esattamente da dove tutto era iniziato, nell’alto dei cieli cioè, dove la Terra, piccola piccola vista da lassù, nasconde, forse perché si vergogna, i suoi abitanti, per un terzo pieni di rabbia, per un altro terzo stupidi come più non si potrebbe, per un altro terzo alle prese con quel tribunale, quello del tempo che passa, che sul lungo periodo infligge a tutti l’identica punizione, per di più senza appello.

Il movimento finale della cinepresa che risale velocemente per riprendere la posizione dalla quale all’inizio aveva iniziato a scendere, mette fine ad un ad una storia dove a tratti emerge quella cornice grottesca, quindi per metà comica e per l’altra metà drammatica, nella quale i Coen amano racchiudere vicende che vedono inevitabilmente coinvolti individui del tutto incapaci di prevedere l’esito finale delle loro azioni, burattini inconsapevoli in balia di un destino spesso beffardo (anche se stavolta preferisce prendersela solo con qualcuno…).

Tornando alla storia questa procede per accumulo, dal sassolino iniziale, il licenziamento di un analista della CIA (un John Malkovich in stato di grazia), allo smottamento generale che coinvolge stupidi istruttori di fitness (Brad Pitt), ancora più stupidi mariti fedifraghi (George Clooney), donne in cerca dell’accoppiata chirurgia plastica + anima gemella (Frances McDormand), spioni iùesei e spioni russi, con gli inevitabili cadaveri che iniziano ad accumularsi.

Non tutto funziona per il meglio, e a tratti sembra che i Coen procedano col freno a mano tirato, il che fa apparire Burn After Reading come un film girato da un Woody Allen in vena di pessimismo, e che solo da un da un certo punto in avanti diventa una storia tipicamente dei Coen.

Ci si chiede del perché dell’assenza di due scene che non avrebbero guastato se si fossero viste (e non solo descritte via voce come accade…): lo smarrimento del dischetto e l’arrivo di Clooney nell’aeroporto dopo la fuga dal parco, e al contrario della presenza di un’altra che così com’è rimane un po’ appesa, quella nella quale fa la sua comparsa una sexy-machine casalinga (magari il DVD colmerà le lacune…).

Si è molto ricamato sul finale, dove due agenti CIA nel dichiararsi ben disposti ad apprendere tutto il possibile dagli errori commessi, si rimangiano il lodevole intento poiché non hanno idea di quali siano questi errori.

A dirla tutta, per una volta la CIA pare entrarci poco o nulla…