L'anno è il 1935. Il paese l'Eritrea. Il maggiore Aldo Morosini dei Carabinieri è in servizio a Massaua, città dove, alla vigilia della guerra con l'Abissinia, vengono commessi due efferati delitti. Un noto imprenditore e un impiegato di banca vengono, infatti, trovati decapitati.

Il maggiore comincia così la sua caccia all'uomo, tra false piste, un passione di gioventù, il caldo opprimente, le pressioni delle autorità e la corsa finale all'inseguitmento dell'assassino.

Questa in breve la trama di Morire è un attimo, opera prima di Giorgio Ballario, uscita per le Edizioni Angolo Manzoni da pochi mesi.

Quello che salta subito agli occhi è la somiglianza, almeno per quanto riguarda l'ambientazione, con l'ultima fatica di Carlo Lucarelli, L'Ottava Vibrazione.

Quanto meno risulta strano che, dopo anni di disinteresse verso le vicende coloniali italiane, nel giro di pochi mesi escano due opere che ne recuperano l'importanza storica. Non è comunque questa la sede per portare avanti il confronto tra i romanzi, che in realtà sono profondamente differenti.

Morire è un attimo è un giallo a tutti gli effetti, contenente tutti gli elementi distintivi del genere: gli omicidi, un rappresentante delle forze dell'ordine, un'indagine che conduce al lieto fine. Forse il meccanismo narrativo è un po' debole a tratti proprio nelle dinamiche più legate allo sviluppo della trama giallistica. Alcuni sviluppi sono un po' faticosi e scontati e di conseguenza poco appassionanti per il lettore curioso di seguire la dinamica dell'indagine. Questo dipende dal fatto che il giallo è un genere rigido e meticoloso, molto sfruttato fino a oggi, e proprio per questo decidere di confrontarsi con le sue regole e i suoi paletti non sempre è facile, soprattutto per un esordiente.

Quello che, invece, è il carattere distintivo di questo romano è l'ambientazione. L'Eritrea, protagonista indiscussa della vicenda, con il suo caldo opprimente, il suo bagaglio culturale, con le sue belle donne e i suoi colonizzatori. Un'Eritrea viva, che intesse coi personaggi rappoti variegati e intensi, di odio e amore, un paese ama e si lascia amare, ma che sa anche vendicarsi del tradimento e degli affronti.

Morire è un attimo è perciò un romanzo che v letto, al di là dello sviluppo narrativo di genere, ma con l'ntento di intraprendere un viaggio in quella che è un fetta di storia italiana controversa e complicta, ma che ha avuto anche risvolti affascinanti e vivi.