Un romanzo che catapulta il lettore in un mondo fittizio compie già un'operazione meravigliosa. Se poi, il romanzo in questione, lo proietta anche in un mondo creato da un altro scrittore, allora l'operazione è davvero immaginifica, e dimostra, in maniera inconfutabile, che la fantasia non ha confini!

È questo il caso de Il Club Dumas di Arturo Pérez-Reverte, un thriller assolutamente atipico e originale.

Il protagonista è un cacciatore di libri senza scrupoli, come sostiene il narratore, incaricato: prima da un cliente di autenticare l'originalità di un capitolo de I tre moschettieri in suo possesso, e poi da un altro di verificare quale delle tre copie esistenti di un misterioso libro sul Diavolo del 1600 - il cui stampatore, accusato di stregoneria, era stato arso sul rogo -, è quello autentico, e di impossessarsene, ad ogni costo!

Da qui in poi noi lettori, che siamo stati avvertiti dal narratore sull'equivocità del protagonista, vorremmo prenderne le distanze, ma non è possibile! Travolto da un'inspiegabile catena di eventi, il protagonista si ritrova ad affrontare delle avventure analoghe a quelle di D'Artagnan, capitando in luoghi e affrontando dei nemici che sembrano usciti direttamente dalle pagine di Alexandre Dumas, e che, a loro volta, sono stati ispirati a dei personaggi realmente esistiti.

Come una matrjoska.

Ma non finisce qui: l'effetto matrjoska si estende. In questo romanzo che parla di romanzi e di libri, soprattutto di quelli antichi, i personaggi che si susseguono sono tutti appassionati letterari o bibliofili, con il gusto della lettura o dell'"oggetto libro" in sé, e, grazie a loro, i volumi prendono vita in ogni loro forma ed espressione, coinvolgendoci. Dalla fase creativa dell'autore a quella tipografica, niente viene trascurato, assolutamente nessun dettaglio!

Un romanzo "dotto" verso il quale non si può far altro che rimanere abbacinati dal notevole "bagaglio culturale" dell'autore, che comunque non risulta mai "pesante". Un romanzo che fa scoprire il piacere della lettura attraverso i suoi personaggi, mediante uno stile ammaliante che induce ad assaporarlo con calma, rileggendo una stessa frase anche più volte. Una sorta di matrjoska letteraria dove l'elemento più esterno non è il protagonista ma il lettore, che, avendo a disposizione gli stessi elementi del protagonista, è indotto a cimentarsi nelle dure prove enigmistiche che stanno alla base del mistero.

Da questo libro è stato tratto il film La nona porta di Roman Polanski, interpretato da Johnny Depp. Il film è abbastanza piacevole, ma non riesce a ricreare lo spirito del libro. Questo è un romanzo-matrjoska, concepito apposta per essere un romanzo, in cui scrittori e lettori possono identificarsi e "incontrarsi". Un romanzo talmente fantasioso e geniale che trova il suo apogeo proprio nella lettura!