Dopo una complessa e tormentata vicenda editoriale durata anni, l'acclamato autore iberico Arturo Pérez-Reverte è tornato in possesso dei diritti relativi al suo primo romanzo, L'ussaro, ora riproposto anche in edizione italiana.

Il protagonista di questa storia si chiama Frederic Glüntz, un giovanissimo ufficiale napoleonico di nemmeno vent'anni. Come tutti i giovani del suo ceto e della sua generazione, Frederic coltiva sogni di gloria e di sangue, di audaci scontri in battaglia e di coraggiose incursioni tra sciabole e moschetti. Da poco assegnato al 4° reggimento dei celebri ussari, l'imberbe ufficiale scoprirà ben presto che dietro ai suoi sogni di vittoria si nasconde il vero volto della guerra: quello di un mondo crudo e violento, intriso di fango e sangue, ben lontano dall'idealità delle battaglie di pura strategia studiate sui manuali.

L'ussaro è un romanzo storico di piacevole lettura, ottimamente documentato (come del resto tutte le opere successive di questo autore, a partire da quel Il Club Dumas da cui Polanski ha tratto il film La nona porta). Tra le pagine del libro si respira alla perfezione l'ambientazione dell'epoca, fatta di conflitti sociali e battaglie politiche, affermazione di ideali e convenzioni - come i duelli e la vita civile - per noi ormai lontani e quasi incomprensibili. Ben presto però queste descrizioni d'epoca lasciano il passo a una visione sempre più pessimistica e disincantata della battaglia, trasformando questo romanzo storico in una storia in qualche modo eterna, immutabile nel suo riproporsi - col medesimo orrore - ogni volta che una guerra viene combattuta. È in questo spunto il valore principale del romanzo, che rispetto alle prove successive tradisce ovviamente una scrittura ancora leggermente acerba; la lettura è comunque assai piacevole e ricca di spunti, anche perché l'autore è stato reporter bellico e conosce bene la materia di cui scrive.