Stefano Di Marino ha sempre avuto nel cuore l’Oriente. Che ha visitato, vissuto. Raccontato più volte in qualità di scrittore, con riprese da più angolazioni, nei suoi numerosi romanzi, svariati dei quali (ormai è noto) firmati con pseudonimi, Stephen Gunn innanzi tutto. E descritto in qualità di viaggiatore/testimone, per esempio con il volume E nel cielo nuvole come draghi (Touring, 2006).

Un’altra – strettamente correlata - passione di Di Marino è, sin dalla sua infanzia, quella per le arti marziali. Arti marziali che ha studiato e praticato. Sudato, come egli stesso sottolinea nella prefazione a Dragons forever, da poco pubblicato dall’editore milanese Alacrán nella collana I Saggi. Un lavoro in cui emerge, assieme alle due componenti di cui sopra, anche tutta la sua competenza di cinefilo attento ed esperto.

“Da un esperto di arti marziali e maestro dell’action thriller, storia, retroscena e personaggi del cinema orientale. La filosofia e i miti del cinema di Kung Fu da Bruce Lee a Jackie Chan a Jet Li, le origini del fantasy asiatico alla base del successo de La tigre e il dragone, le pellicole noir di John Woo e Tsui Hark… e ancora film di samurai, femmes fatales e nuove tendenze.”

Dopo opere come C’era una volta il giallo I e II (a cura di Gian Franco Orsi e Lia Volpatti), Elementi di tenebra – Manuale di scrittura thriller (di Andrea Carlo Cappi), Hardboiled blues (di Gian Franco Orsi) e MondoBond 2007 (di Andrea Carlo Cappi ed Edward Coffrini Dall’Orto), Alacrán dimostra ancora una volta la sua fiducia e il suo impegno nella saggistica: Dragons forever è un’opera divulgativa unica nel suo genere, in Italia. Una chicca per gli esperti, un’occasione per gli interessati. Una scoperta per tutti gli altri.