Ragazzi, fermiamoci un attimo. Dimentichiamo il ritmo televisivo, l'inquadratura fuggitiva, le alluvioni pubblicitarie. Rallentiamo il passo. A che pro correre? Per ritrovarsi sempre al punto di partenza? Come lungo una circoferenza, dove infiniti sono gli assi di simmetria e i "lati".

Riflettiamo un istante. Il tempo ci rotola addosso come una circonferenza.

E l'eccezionale irrompe comunque nella normalità. Senza bisogno di stuzzicarlo.

Questo sembra dirci il nuovo romanzo di Franco Foschi e Guido Leotta. Le cui iniziali, F&G, rimandano alla coppia Fruttero & Lucentini. Il secondo nato dal felice connubio del pediatra bolognese Foschi, membro dell'Associazione Scrittori Bologna, e dell'editore, musicista e scrittore faentino, Leotta. Il secondo, dopo Un anno dispari (MobyDick 2002), che vede ancora protagonista il commissario Colajacono.

Il tempo è un cerchio infinito e paziente è un titolo straordinario e, insieme una provocazione. Per un "piccolo libro dei mutamenti", "una cronaca priva di conservanti, giusto con qualche colorante".

Per una storia che mescola ironia e sorriso e vuole suscitare sorpresa nel lettore; il quale, ormai assuefatto a sparatorie, schizzi di sangue, brandelli di carne impazziti, potrebbe restarne orfano. Perché questo è un libro "pulito", ricco di calore umano. Ma dall'indole sporchissima.

Pagine sporche di sabbia. Perché siamo rotolati a Bellaria, nell'estate 1980. Nella riviera romagnola, dove alberghi mostruosi, tanto alti da sembrare transatlantici,

si sono riprodotti come conigli sul limite della sabbia. E ritroviamo il protagonista, Vincenzo Colajacono, un commissario di sessant'anni, napoletano (di Gragnano, per l'esattezza) e pure rompicoglioni che per tutta la vita ha fatto il poliziotto, in un Posto di Polizia Estivo si annoia. Inganna il tempo leggendo Orazio e facendo l'autopsia al giornale. Ma non è sufficiente per colmare le giornate. E per caso, incespicando in un appuntamento mancato e nella morte inspiegabile di un manager di "balere" e locali notturni, il commissario di ritrova invischiato in un gorgo di politica, denaro, estorsioni, ricatti ed edilizia "nera". Un mondo di palazzinari e ladri, in cui l'importante è aver fiuto e non perder mai la traccia lasciata dai soldi. Anche a ritmo di jazz, fra un drink e uno sguardo ammiccante. Fissandosi negli occhi, perché colui che teme gli occhi del nemico è il perdente.

In conclusione, il tempo non esiste. Se dovesse palesarsi, si presenterebbe come un cerchio impalpabile. Il problema è quello di costruire, usando solo riga e compasso, un quadrato con la stessa area di un dato cerchio assegnato.

Una soluzione impossibile, come la costruzione con riga e compasso del numero radice di pi greco: il quale è un numero trascendente, non algebrico. E lo stesso capita anche nella vita, quandi ci si trova nel posto giusto nel frangente sbagliato: esigui e inadeguati.

Un motivo "irrazionale" per leggere e gustare la vicenda marittima del commissario Colajacono.