Un fumetto dedicato agli orribili crimini di Unabomber?

La prima volta che si viene a conoscenza di questa operazione editoriale delle edizioni BeccoGiallo si rimane un po' scandalizzati, o perlomeno arrabbiati. Del resto, nell'indispensabile prefazione, è lo stesso editore a raccontare le sue iniziali perplessità di fronte al progetto.

A ben guardare, però, un volume di questo tipo non dovrebbe scandalizzare nessuno. Perché se di Unabomber leggessimo un articolo di giornale, o vedessimo un documentario alla televisione, difficilmente la cosa ci lascerebbe stupiti. E in fondo il fumetto, al pari di mass media più accessibili al grande pubblico, ha la stessa dignità di raccontare i fatti del presente. Con le dovute cautele, certo; con l'attenzione e la delicatezza dovute al trattare una tragedia che non appartiene solo al passato, ma è ancora parte del presente. E soprattutto con uno scopo molto chiaro in testa, che non è quello di spettacolarizzare un crimine, bensì la divulgazione e la prevenzione da futuri attentati.

Il volume Unabomber di Paolo Cossi e Igor Mavric riesce brillantemente a centrare tutti questi obiettivi.

In un bianco e nero abbacinante viene ripercorso l'incubo delle bombe che terrorizza il Nord Est italiano dal 1994 ad oggi. Il responsabile non viene mai rappresentato; è un'ombra indistinta che mastica odio nell'oscurità, ma non ha né un volto né un'identità, e di certo non si corre il rischio di simpatizzare con lui, visto che un "lui" di fatto non c'è. Risultano invece molto toccanti le sequenze che si susseguono una dietro l'altra e mostrano la normalità delle vite delle vittime, un attimo prima di essere devastate per sempre dall'esplosione: vite che cessano di appartenere alle persone e si riducono a piccole cose indifese, rese con efficacia da certe soluzioni grafiche come bozzetti e stilizzazioni.

Peccato per un finale decisamente improvviso e poco fluido, forse a sottolineare il fatto che la storia di Unabomber purtroppo non è ancora finita; ma nell'economia della ricostruzione sarebbe stata apprezzabile una conclusione più compiuta.

Un plauso comunque alle edizioni BeccoGiallo per il coraggio dimostrato con questa iniziativa, a cui auguriamo la migliore delle fortune.